JESI – «Perché l’amministrazione comunale ha deciso di realizzare, proprio con i fondi donati da Daniela Cesarini, una casa famiglia che non potrà ospitare persone in carrozzina e che presenterà quindi per questi soggetti delle vere e proprie barriere architettoniche?». A chiederlo, con una interpellanza all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, la consigliera di Jesi in Comune Agnese Santarelli.
Rileva Santarelli: «Nel febbraio scorso è stato approvato con delibera di Giunta il Piano di recupero del complesso San Nicolò presentato dalle ditte Unicos srl e Immobiliare Villa Antica srl. Rispetto al progetto sono state sollevate molteplici criticità tecniche dalla onlus Daniela Cesarini, dall’Aniep e dall’Anfass, soprattutto in relazione alle dimensioni delle stanze e dei corridoi che risulterebbero troppo stretti per un agevole movimento o passaggio delle sedie a rotelle; all’altezza delle finestre troppo elevata per permettere l’affaccio a persone in carrozzina; alle pendenze della struttura incompatibili chi con vuole muoversi autonomamente».
Eppure, secondo Santarelli: «L’amministrazione comunale ha deciso di non rispondere nel merito alle osservazioni e ha fatto di tutto per realizzare la casa famiglia voluta da Daniela Cesarini, dopo ben 7 anni di inerzia, proprio in quell’immobile, anche quando lo stesso era finito all’asta. Come dichiarato dall’assessore Renzi, “il cantiere potrebbe aprirsi già entro questo mese di ottobre”. Ma risulta evidente che la struttura non potrà degnamente ospitare persone in carrozzina».