Jesi-Fabriano

Fabriano: ordina mangime biologico per 700 euro su internet, ma viene truffata

Tre persone denunciate per truffa. Vittima una donna che aveva ordinato online alcune confezioni di mangime biologico per animali da cortile

FABRIANO – Tre persone denunciate per truffa. Vittima una donna di Fabriano che aveva ordinato online alcune confezioni di mangime biologico per animali da cortile tramite il sito di una ditta del centro Italia per un valore complessivo di circa 700 euro. Una volta perfezionato il pagamento, però, nulla le è stato consegnato. I denunciati sono un 43enne italiano, un 36enne di origine extracomunitaria e una 43enne italiana, tutti dimoranti in Toscana. Si tratta di truffatori seriali, come ricostruito dagli agenti del commissariato di Pubblica sicurezza di Fabriano.

I fatti

All’inizio dello scorso mese di marzo, una donna di Fabriano, dopo lunghe ricerche in internet, si è imbattuta in un sito di una ditta del centro Italia che proponeva la vendita di mangime biologico per animali a un prezzo interessante. La donna ha preso contatto con la ditta, tramite cellulare, definendo tempi e modi di consegna di mangime per un valore di 700 euro. Alla fine della contrattazione, visto l’ottimo rapporto qualità-prezzo, la fabrianese ha versato il prezzo della transazione mediante bonifico bancario, restando in attesa della consegna, il cui tracciamento era visibile sul sito del venditore. Dopo alcuni giorni, però, l’ordine effettuato e pagato risultava essere ancora “in elaborazione”: per questo, avendo bisogno urgente che i tempi concordati per la consegna fossero rispettati, la donna ha tentato di contattare il venditore sul numero di cellulare utilizzato per l’ordine. Purtroppo senza esito, questo risultava infatti inattivo. La fabrianese ha provato a inviare mail, ma, con sorpresa, notava che questo non le consentiva più di operare con il profilo che aveva provveduto ad aprire, risultando “bloccato”. Dopo avere atteso qualche altro giorno, si è presentata in commissariato a Fabriano per sporgere querela. Sono partite le indagini e gli agenti di polizia hanno accertato, in particolare, che l’utenza mobile sulla quale erano state condotte le trattative, l’Iban sul quale era confluito il prezzo della transazione e il sito internet correlato erano intestati a tre ditte diverse, ma tutte e tre con sede sociale nella stessa località, via e numero civico. Si è appurato, inoltre, che i rispettivi legali rappresentanti erano stati oggetto, negli ultimi mesi, di una quarantina di denunce alle Autorità Giudiziarie da molte parti d’Italia per la stessa tipologia di reato e per fatti connotati dal medesimo modus operandi che aveva tratto in inganno la fabrianese. Per questo motivo, tre persone – un 43enne italiano, un 36enne di origine extracomunitaria e una 43enne italiana, tutti dimoranti in Toscana – sono state nuovamente denunciate per truffa.

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