Jesi-Fabriano

Pasqua, Fabriano: i temi delle crisi Beko e Cartiere nel messaggio del vescovo Massara

«Appello a chi ha responsabilità importanti per il bene comune: vi chiedo impegno e determinazione alla ricerca di una soluzione giusta e onesta, nel pieno rispetto dei diritti e della dignità umana»

Francesco Massara
Il vescovo Francesco Massara

FABRIANO – «Oggi è Pasqua! Oggi è il giorno in cui possiamo proclamare con rinnovata certezza che da ogni morte si risorge! Dobbiamo dirlo a noi stessi, al mondo che ci circonda, a chiunque si trovi immerso nella disperazione. In questo momento, il mio pensiero non può che andare a tutti i lavoratori, in particolare a quelli della Beko e delle Cartiere. A loro voglio far arrivare, in occasione della festa di Pasqua, tutto il mio sostegno e la vicinanza della nostra Chiesa. Ma allo stesso tempo, sento il bisogno di rivolgere un appello a chi ha responsabilità importanti per il bene comune: vi chiedo impegno e determinazione alla ricerca di una soluzione giusta e onesta, nel pieno rispetto dei diritti e della dignità umana». Il vescovo della Diocesi Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara, ricorda il tema del lavoro e delle crisi in atto nel suo messaggio pasquale a tutti i fedeli.

Il messaggio

«Pasqua, per noi credenti, non è solo un augurio, ma è uno stile di vita. È una scelta, una speranza, una lotta, un atto d’amore. Anche oggi è Pasqua pur nel paradosso di un mondo che cerca di costruire la pace con le armi, di persuadere con la minaccia, di emergere attraverso la denigrazione e lo sfruttamento, di difendere uccidendo! È Pasqua in Israele e Palestina, così come in Russia e Ucraina. È Pasqua sotto le macerie del Myanmar, tra le schegge degli esplosivi, su un barcone in mezzo al mare, per chi lotta per un giusto salario e un adeguato sistema previdenziale. La Pasqua fiorisce quando troviamo il coraggio di accogliere il Risorto nella nostra vita e non lasciare che la morte abbia l’ultima parola. La nostra festa inizia proprio lì, davanti a un sepolcro vuoto, davanti a quella pietra rotolata via che ci impedisce di venerare un cadavere, ma ci invita a credere nella vita risorta, nella Vita passata oltre l’esperienza della morte», prosegue Massara, ricordando anche l’anno giubilare «che ci invita a diventare “Pellegrini di speranza” e a lasciarci sorprendere da Dio che non si stanca mai di aprire il suo cuore, di ripetere il suo amore, di offrirci la sua vita. A tutti noi, allora, buona Pasqua con l’augurio è che ciascuno abbandoni in fretta il sepolcro della rassegnazione e della sfiducia per incamminarsi verso gli altri, irradiando nel mondo la Luce radiosa della Speranza di Cristo e diffondendo il profumo inarrestabile della Risurrezione», conclude.