FABRIANO – Forti preoccupazioni per il comparto degli elettrodomestici di Fabriano. Ad esprimerle è la segreteria della Uilm Ancona che mette in fila le maggiori criticità. A partire dalla ex Whirlpool, oggi Beko Europe/Whirlpool, dove «nel 2023 i lavoratori di Melano sono stati impattati da 1/2 settimane al mese di cassa integrazione a rotazione», situazione che prosegue anche in questi mesi del 2024. «Si riscontra una forte preoccupazione sulle prossime decisioni che la nuova società vorrà prendere e sulle quali fondamentale deve essere la condivisione con le parti sociali». Anche alla Electrolux di Cerreto D’Esi, dalla fine del 2022 si sono registrati cali produttivi che hanno portato alla non riconferma di una 30ina di contratti in somministrazione. «Nel 2023 e primi mesi del 2024 si è, e si sta ricorrendo all’utilizzo di giornate di cassa integrazione», proseguono dalla Uilm. Infine, Elica, leader nel settore delle cappe aspiranti. Nello stabilimento di Mergo, dopo l’accordo sottoscritto con le parti sociali al MISE, «da più di un anno sta lavorando ad 8 ore con il supporto di un forte programma di formazione condiviso con il sindacato. Saranno investiti circa 40 milioni di euro nei prossimi 3 anni sul cooking. Abbiamo a fine anno un accordo che scade con degli impegni sui quali ci dobbiamo confrontare per fare il meglio per i lavoratori e difendere magari ampliando le produzioni da fare in Italia».
L’appello
Da qui, l’appello al Governo visto che le prospettive non sono rosee e i posti di lavoro continuano a essere a rischio. «Dopo l’apertura del tavolo di confronto con il Governo lo scorso 22 febbraio sul settore degli elettrodomestici, non si sono evidenziati provvedimenti in grado di favorire il rilancio delle produzioni del bianco fatte in Italia. Urge proseguire un confronto che dalle parole passi ad interventi concreti che evidenzino l’importanza di un settore come quello degli elettrodomestici che occupa in Italia circa 125.000 lavoratori tra produzioni di elettrodomestici, indotto e tutto ciò che può essere al settore ricondotto», si conclude la nota della Uilm Ancona.