FABRIANO – Individuate da Fedrigoni oltre 180 opportunità concrete di ricollocazione, di cui due terzi (105) nelle Marche, per ridurre l’impatto occupazionale della chiusura del business della carta da ufficio. Questa la notizia più significativa scaturita nell’incontro odierno (24 ottobre), a Fabriano, tra i rappresentanti del Gruppo e dei sindacati di categoria. Un incontro per proseguire il confronto sulle misure da adottare per ridurre il più possibile l’impatto occupazionale sulle 195 persone coinvolte dalla chiusura, a fine anno, della società Giano, che produce carta da ufficio.
«Al momento abbiamo individuato oltre 180 opportunità concrete, tra cui 105 posti di lavoro già disponibili nelle Marche e una ventina di possibili prepensionamenti a cui, se c’è interesse, verrà garantito un trattamento economico dedicato, e siamo al lavoro per identificare altri spazi», le parole di Giuseppe Giacobello, responsabile Relazioni Industriali del Gruppo Fedrigoni. In prima battuta, nell’ottica di mantenere il più possibile i livelli occupazionali nelle Marche, l’azienda ha deciso di potenziare il business delle carte di sicurezza.
LEGGI ANCHE: Fedrigoni: dal Consiglio comunale aperto documento unitario per dire no a chiusura Giano
«Questa opportunità industriale creerà 48 nuovi posti di lavoro, a partire da inizio 2025, presso lo stabilimento di Fabriano, dove si continuerà a produrre anche la carta per il disegno artistico e i termoformati in cellulosa per il packaging a marchio Éclose. La Regione Marche, in occasione delle interlocuzioni avute in queste settimane, si è detta tra l’altro disponibile a sostenere il piano di riqualificazione e formazione delle persone che andranno a lavorare in quest’area», ha proseguito Giacobello.
«Inoltre, abbiamo deciso di investire sul potenziamento delle nostre carte colorate per il disegno artistico: le linee Fabriano Colore, Fabriano Digital White e Fabriano Digital Color. Queste tipologie di carta sono prodotte nello stabilimento di Pioraco e poi tagliate a Rocchetta. Grazie a questa decisione vi saranno altre 10 nuove opportunità di lavoro nel sito di Rocchetta, che rimarrà quindi operativo non solo con il magazzino e il centro logistico, ma anche con il reparto di produzione e trasformazione. A questi si aggiungono 31 posizioni legate alla gestione dei servizi generali (spedizioni, manutenzione, gestione della centrale termoelettrica…), più altre 16 posizioni vacanti da coprire immediatamente».
A conti fatti, dunque, sono 105 al momento i posti di lavoro nelle Marche, a cui si aggiungono 55 posizioni aperte negli stabilimenti di Fedrigoni nel Trentino e a Verona, per cui sono già arrivate manifestazioni spontanee di interesse da alcuni colleghi di Giano.
«I lavoratori che, su base volontaria, volessero trasferirsi potranno contare su un interessante pacchetto di facilitazioni e benefit (contributo per l’alloggio per un anno, agevolazioni aggiuntive in caso di trasferimento con la famiglia, bonus a copertura delle spese di trasloco). Vi sono poi oltre una ventina di lavoratori marchigiani che hanno i requisiti per accedere al prepensionamento, qualora fossero interessati, e ai quali l’azienda è disponibile a garantire un trattamento economico dedicato». Sommando tutte queste opzioni, arriviamo a oltre 180 opportunità concrete e siamo al lavoro per identificare ulteriori spazi.
LEGGI ANCHE: Fedrigoni, ricevuto in Regione da Aguzzi il Gruppo assicura: «I numeri degli esuberi saranno più bassi»
«Sono numeri importanti – ha concluso Giacobello – che dimostrano fattivamente come non vi sia alcuna intenzione da parte nostra di lasciare le Marche e come Fabriano, con i suoi otto secoli di storia, sia un marchio strategico nella traiettoria di crescita di Fedrigoni. Continueremo a investire sullo sviluppo dei siti produttivi sul territorio, come fatto abbondantemente negli ultimi 4 anni: 60 milioni di euro investiti negli stabilimenti delle Marche rispetto ai 300 milioni di euro a livello globale. Intendiamo, inoltre, puntare sui prodotti iconici Fabriano, eccellenze del Made in Italy apprezzati in tutto il mondo, come le carte per l’arte e il disegno, i prodotti per la scuola e la cartoleria (i quaderni, gli album, la cancelleria e gli accessori) e le carte per la sicurezza (passaporti, ecc.)», conclude.
Vertenza Fedrigoni, ecco cosa dicono i sindacati
Insoddisfatti e scettici, così si sono dichiarati i rappresentanti dei sindacati Slc Cgil, Fiste Cisl, Uilcom Uil e Ugl Chimici, e le Rsu di Fabriano, al termine dell’incontro odierno. «Questo approccio potrebbe attenuare l’impatto immediato sui 195 lavoratori, ma nondimeno resta in gioco l’ipotesi di oltre 100 esuberi, senza contare l’indotto e le posizioni di lavoro temporaneo», scrivono in una nota congiunta.
«Lo stabilimento di Rocchetta dal primo gennaio diventerà il polo logistico di tutta l’area marchigiana. Verranno gestite diverse macchine, tra cui le Bielomatik, PR 2/4 e Wrapmatik, con una modifica della turnazione, che passerà dall’attuale 2×7 a una formula 2×5. Tuttavia, questo cambiamento coinvolgerà soltanto dieci lavoratori, di cui otto operai, un meccanico e un elettricista».
In merito alla nuova produzione di carta di sicurezza, il piano prevede di far operare anche a Fabriano le macchine MT8/6 e le Bielomatik dedicare alla sicurezza, adottando la stessa turnazione di Rocchetta. A partire dal primo gennaio, sono previsti 48 trasferimenti nel reparto sicurezza di Fabriano, dove i lavoratori saranno sottoposti a formazione per prepararsi all’avvio della produzione a ciclo continuo su tali impianti.
«L’incontro ha evidenziato la complessità della situazione, con un’azienda in fase di transizione. Il dialogo tra le parti è fondamentale per cercare di raggiungere un accordo che possa garantire una sicurezza lavorativa adeguata e una strategia industriale sostenibile per il futuro e non impoverisca il tessuto sociale di un territorio già fortemente colpito dalla perdita di importanti siti industriali, per questo l’incontro al Ministero previsto per il 4 novembre risulterà determinate perché in quella sede chiederemo maggiori garanzie utili a ritrovare la stabilità necessaria in questo difficile momento», concludono le parti sociali.