JESI – La sala maggiore della biblioteca Planettiana ha ospitato di recente i circa 100 studenti delle classi seconde della scuola secondaria di primo grado “Paolo Borsellino” e delle quarte del liceo artistico “Edgardo Mannucci” di Jesi, coinvolti nel progetto pilota del Fai “Aspiranti Ciceroni”.
Oggetto delle loro ricerche, durate più di quattro mesi, è stato l’ex conservatorio della Divina Provvidenza, oggi sede della scuola “Borsellino”. L’edificio, progettato dall’architetto Virginio Bracci, è stato illustrato per storia e caratteristiche dagli alunni delle scuole in occasione delle Giornate di primavera, il 23 e 24 marzo, a più di 1000 visitatori.
Sul metodo di lavoro adottato la professoressa Daniela Pennacchioli, docente di Storia dell’Arte al liceo artistico, ha spiegato: «Ci interessava partire dalla radice, dallo studio dell’edificio, facendo un lavoro di squadra. Abbiamo unito pomeriggi di ricerca alla biblioteca a laboratori di arti figurative. Un gruppo con interesse storico-artistico s’è occupato della trascrizione dei testi in italiano corrente e della catalogazione dei documenti inediti, conservati presso l’archivio degli Istituti Riuniti di Beneficienza».
Manola Gianfranceschi, responsabile della Planettiana, ha parlato di un progetto importante proprio per il fatto d’aver lavorato direttamente sui documenti antichi. «Questo conferma la rilevanza dell’approccio alla fonte originale e il ruolo della biblioteca anche come fondo storico e d’archivio».
S’è trattato di una vera e propria indagine sulla vita in orfanotrofio e sulla condizione della donna, ricostruita anche dai racconti della viva voce di alcune ex orfanelle del conservatorio. Come ha ricordato Maria Teresa Mancia, docente del Borsellino, «i ragazzi hanno potuto percepire, attraverso le fonti, la storia dolorosa delle orfanelle del collegio. Come insegnanti facciamo educazione civica da sempre, perché è questa la scuola che prepara alla vita».
Tutti gli studenti hanno infatti mostrato grande interesse per il progetto, che avrà anche un seguito nei prossimi anni scolastici. Come l’ha definita un ragazzo coinvolto nel progetto è stata «una ricerca diversa da ciò che di solito si fa a scuola. Ci ha permesso di vedere il patrimonio artistico, che spesso passa inosservato, con occhi nuovi».
L’incontro è terminato con la consegna alle classi degli attestati di “apprendista Cicerone” rilasciati dal Fai e con l’esposizione dei pannelli realizzati nel laboratorio di arti figurative del liceo Artistico, che ricostruiscono e reinterpretano gli spazi dell’antico convento.