JESI – Prima le guardie zoofile del Wwf lo avevano visto volare dentro la riserva naturale di Ripa Bianca, dopo è stato visto a terra ferito da un’arma di fuoco. È la fine toccata ieri, domenica 15 settembre, ad un rarissimo falco Pescatore, nel giorno dell’apertura della caccia, che ora è in prognosi riservata.
Il volatile, per come è stato trovato, non potrà più tornare alla sua vita selvatica in natura e volare. Adesso è caccia al responsabile che lo ha impallinato. Gli animalisti hanno messo una taglia per trovare il responsabile e pagheranno mille euro a chi darà informazioni utili a trovare chi è stato.
Il falco è stato rinvenuto gravemente ferito vicino Pianello Vallesina, proprio al confine della Riserva Naturale di Ripa Bianca di Jesi. L’episodio è stato segnalato dalle associazioni animaliste ed ambientaliste. «Il falco era stato avvistato poche ore prima dentro l’Oasi di Ripa Bianca dalle guardie volontarie del Wwf – sostengono le ssociazioni +Amici Animali Osimo, ENPA Marche, Italia Nostra Marche, LAC Marche, LAV Marche, Lipu Marche, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche e WWF Marche – quindi si tratta certamente dello stesso esemplare».
L’animale è stato immediatamente portato all’ex Cras ad Ancona dove i veterinari dell’Asur lo hanno sottoposto alle cure del caso. «Il falco è stato colpito lateralmente da una rosa di pallini da caccia – dicono le associazioni – che gli hanno procurato la rottura di un’ala e gravi ferite ad un occhio. La situazione clinica è al momento stazionaria, ma le sue condizioni restano comunque molto gravi e in prognosi riservata, perché non si possono escludere infezioni ed altre complicazioni”. Visti i gravissimi danni riportati dai pallini da caccia, anche se dovesse sopravvivere, il rapace purtroppo non potrà più essere rilasciato in natura secondo le associazioni che lo hanno preso in carico per curarlo. Il Falco Pescatore è una specie molto rara in Italia: nidifica con solo 3 – 4 coppie in Toscana.
«Si tratta di un gravissimo ed ignobile attentato alla biodiversità – tuonano le associazioni – inoltre, si tratta di un rapace che non può essere confuso o scambiato con nessuna specie cacciabile, per cui il fatto che gli sia stato sparato nel giorno dell’apertura ufficiale della stagione venatoria, oltretutto al confine con un’area protetta, dimostra che si tratta di un atto criminale deliberato e spregiudicato da parte di un cacciatore. Per questo motivo le Associazioni ambientaliste ed animaliste marchigiane sporgeranno denuncia contro ignoti ed offriranno una ricompensa di 1.000 euro per chiunque fornirà indicazioni in grado di risalire al cacciatore autore di questo gesto efferato e criminale. Inoltre, visto che l’episodio è avvenuto al confine con la Riserva naturale di Ripa Bianca, chiederanno maggiori e più stringenti controlli da parte delle forze dell’ordine preposte, soprattutto nelle aree contigue alle aree protette, dove solitamente si appostano i cacciatori per sparare ed uccidere gli uccelli che dovessero uscirne dai confini».