JESI- È diventato quasi un codice che identifica tutti i contrari allo spostamento della fontana dei leoni e in pochissimo tempo, il cartello affisso al cantiere in piazza Federico II “fate schifo” è diventato virale.
È rimbalzato su gruppi, profili, raccogliendo consensi e suscitando una pioggia di commenti. Perché in quelle due parole di dissenso, espresse con chiara eloquenza, si racchiude il pensiero e il sentimento di indignazione di molti sulla vicenda dell’eredità Morosetti che ha diviso l’opinione pubblica e che certamente trasformerà per sempre, per sempre, il volto della città di Jesi. Qualcuno ha pensato bene di appenderlo alla rete del cantiere a poche ore dal suo allestimento. Lo jesino è così: o ama o odia e lo fa in entrambi i casi, senza troppi giri di parole. E chi ha scritto con un semplice pennarello su un cartone quella frase, certamente sapeva che non avrebbe bloccato il processo irreversibile che si è innescato con l’imminente trasferimento dell’obelisco nella piazza della Repubblica esattamente come disposto dal vignettista Morosetti, ma ha voluto lo stesso mettere al corrente l’Amministrazione e la cittadinanza della sua contrarietà.
E non è un gesto isolato: già nei mesi scorsi sulla fontana era stato posto uno striscione con la scritta “non toccare”. Una dichiarazione d’amore alla piazza, alla città e al suo aspetto originario, ma di cui purtroppo certi processi non tengono conto. Iniziative di dissenso, più o meno eclatanti, così come più o meno ufficiali, continuano comunque a fiorire nel tentativo in extremis di fermare l’iniziativa del Comune.