MOIE- Nel 2016 sono 7milioni 338mila le donne che si dichiarano casalinghe nel nostro Paese, 518mila in meno rispetto a 10 anni fa. La loro età media è 60 anni. È la fotografia scattata dall’Istat che ha immortalato dati molto interessanti: la condizione economica delle casalinghe non è buona; nel 2015 sono più di 700mila quelle in povertà assoluta, il 9,3% del totale.
Numeri che non sono sfuggiti a Maria Elvira Conti Fabbri, presidente di Obiettivo Famiglia Federcasalinghe Regione Marche: «Il calo delle casalinghe (passate da 7.700.000 a 7.338.000, ndr) è un dato falsato: ci sono molte giovani che fanno le mamme a tempo pieno e si dichiarano invece studentesse, disoccupate o hobbyste. Ciò significa che c’è un numero molto alto di casalinghe che non dichiara di essere casalinghe. I dati che abbiamo sono abbastanza certi: le giovani dai 18 ai 30 anni non dicono, se non in casi rarissimi, di fare le casalinghe. Il dato Istat, che è molto, molto importante, è falsato da tante giovani che si vergognano di dire di essere casalinghe. Purtroppo si vergognano non per colpa loro – sottolinea la presidentessa regionale Conti Fabbri, cui fa eco la presidentessa nazionale Federica Rossi Gasparrini – perché in Italia il lavoro generoso di tanti milioni di donne viene discriminato in modo indecente».
E ancora l’Istat: nel 2014 sono state effettuate in Italia 71 miliardi e 353 milioni di ore di lavoro non retribuito per attività domestiche, cura di bambini, adulti e anziani della famiglia, volontariato, aiuti informali tra famiglie e spostamenti legati allo svolgimento di tali attività. Le donne hanno effettuato 50 miliardi e 694 milioni delle ore di produzione familiare (il 71% del totale). Le casalinghe, con 20 miliardi e 349 milioni di ore, sono i soggetti che contribuiscono maggiormente a questa forma di produzione. Il numero medio di ore di lavoro non retribuito svolte in un anno è pari a 2.539 per le casalinghe, 1.507 per le occupate e 826 per gli uomini (considerando sia quelli occupati, sia quelli non occupati).
«Anni fa ci fu un imbroglio terribile a livello normativo: nella norma di allora (1961) che annunciava la pensione alle casalinghe, non fu messo il collegamento con l’inflazione. Si erano iscritte molte donne a quel fondo pensione, ma fino a pochi anni fa, ad esempio, alle donne arrivavano solo 10 euro al mese. Quella legge produsse un disastro – continua Federcasalinghe – Quella di oggi, che purtroppo deriva da quella, è ugualmente un disastro».
La presidentessa Conti Fabbri e Federica Rossi Gasparrini sono in sintonia: «Queste donne non sono rispettate dalla politica. E su questo diamo soprattutto la colpa alle donne elette: non hanno fatto, e non fanno, niente. Per le donne parlamentari di adesso, ma anche quelle del passato, 8milioni di donne che svolgono il loro lavoro all’interno della famiglia crescendo i figli, prendendosi cura degli anziani, gestendo l’economia riuscendo a far quadrare un bilancio familiare monoreddito è come se non esistessero. Questo è grave. Se le cose non cambieranno succederà che l’iniquità contro le casalinghe potrà diventare iniquità anche nei confronti di donne con un lavoro retribuito».
Quindi un appello alla politica: «Fate una riflessione seria. Se non si difende il ruolo della famiglia, perdiamo tutti. Fare finta di non vedere la povertà delle donne italiane, fa male. Poco importa se una donna viene chiamata ministro piuttosto che ministra – continuano riferendosi alla Presidente Boldrini – Occorre dare ad ogni donna la dignità di vedere riconosciuto che il proprio lavoro è utile e produce ricchezza per il Paese. Chi siede in alto deve dare
valore a tutti i cittadini. Quando una donna è povera è povero anche il suo bambino».