JESI – «Le mascherine chirurgiche a prezzo calmierato? Sembra, speriamo, che la situazione si stia sbloccando. Per una settimana siamo andati avanti dando fondo alle scorte delle farmacie, ora la loro disponibilità sul territorio è a macchia di leopardo». A dirlo il presidente di Federfarma Ancona Andrea Avitabile, a margine della consegna, presso la sede Farmacentro di Jesi, di pannolini, detergenti, prodotti per l’igiene donati alla Protezione Civile per la distribuzione a trecento famiglie in difficoltà economica della provincia.
A ricevere la donazione Lorenzo Mazzieri, referente provinciale della Protezione civile. Il primo carico sarà destinato a otto famiglie con bambini residenti nella provincia di Ancona: circa 200 confezioni di pannolini e detergenti corpo e capelli. Seguiranno altre consegne. «Aiuteranno – spiega Mazzieri – mamme e bambini ospiti di quattro strutture protette e altri nuclei familiari che fanno i conti con la crisi per l’emergenza Covid-19. La fornitura è stata calcolata sul bisogno per due mesi per ciascun bambino. Abbiamo chiesto aiuto a Federfarma e abbiamo ricevuto pronta risposta. Una gratificazione anche per il lavoro quotidiano dei nostri oltre mille volontari nelle Marche».
Evidenzia Avitabile: «Con questa donazione abbiamo voluto rispondere a un’esigenza specifica della Protezione Civile. Spesso si pensa a generi alimentari o a vestiario ma serve anche altro, soprattutto se ci troviamo di fronte a bambini con meno di due anni di età. Con questo gesto vogliamo ringraziare tutti i volontari che in questa emergenza si sono adoperati per la popolazione anche a supporto delle farmacie, se guardiamo alle consegne a domicilio di medicine».
Resta caldo intanto il tema mascherine. Secondo Avitabile: «Dopo il Decreto Arcuri si è creata confusione. Le farmacie si sono impegnate ma hanno terminato le scorte e ora siamo in attesa dell’arrivo di queste mascherine. Sembra che la situazione si stia sbloccando e già dai prossimi giorni si potranno trovare». Chiarisce il presidente provinciale Federfarma: «Le forniture non possono che arrivare dall’estero, perché la produzione italiana, specie delle ditte che si sono riconvertite a fronte dell’emergenza, difficilmente può sostenere il prezzo calmierato indicato. Ora a ciascuna farmacia si riesce a fornire, ad andar bene, un pacco da 50 mascherine al giorno, che dura poco o niente. Parliamo di un bene di cui prima nessuno aveva necessità e pressoché sconosciuto al pubblico, al punto da collocare tutta la produzione fuori dall’Italia perché non redditizia. E che ora è di consumo, con prezzi accresciuti alla fonte dai costi di trasporto e dall’urgenza».