Jesi-Fabriano

Federico II? «Con la nostra vera storia c’entra ben poco»

Duro attacco del movimento d'opposizione Jesi in Comune alla vigilia dell'inaugurazione del museo multimediale dedicato allo Stupor Mundi: «Operazione culturale sostanzialmente estranea al tessuto culturale, sociale ed economico del territorio»

Samuele Animali al voto

JESI – Ancora qualche giorno è il nuovo museo multimediale dedicato a Federico II aprirà i battenti. Ma c’è una voce fuori dal coro, quella del movimento d’opposizione Jesi in Comune che, mercoledì pomeriggio, si insedierà con i suoi tre consiglieri comunali in aula (Samuele Animali, Francesco Coltorti, Agnese Santarelli).

«Ben vengano le iniziative culturali, ben venga la realizzazione di nuove strutture dedicate alla storia, ma non acriticamente – scrive Jesi in Comune -. Specie qualora l’Amministrazione Comunale, per quanto in misura ridotta, partecipa ed impegna risorse. Non senza porre, cioè, delle domande che riguardano lo scopo, il senso, l’utilità della cosa. Scrivemmo tempo fa che sarebbe meglio  occuparsi della nostra storia recente, essenziale per capire da dove veniamo, chi siamo, e dove vogliamo (possiamo) andare. Lo ribadiamo: del Novecento jesino nessuno si occupa, col risultato che non conosciamo il nostro vero e più significativo passato. Tanto che, per fare un esempio, lo stesso sindaco Bacci nel suo recente programma elettorale, per dirci qual’è la sua idea di sviluppo della città,  è partito da un presupposto errato, ossia dal falso mito della Jesi “piccola Milano”, appellativo posticcio, frettolosamente appiccicato da un certo giornalismo in anni ormai lontani».

Secondo il gruppo di Animali, dunque, «se si vogliono fare passi nella giusta direzione, occorre in primo luogo conoscere bene da dove si viene e chi si è». E si torna a Federico II, «operazione culturale sostanzialmente estranea al tessuto culturale, sociale ed economico del territorio. Quest’illustre personaggio, per quanto lo si voglia tirare per la manica, con la storia della nostra città – la storia vera, quella che nel tempo ha definito la nostra identità, il nostro “paesaggio” fisico e mentale – c’entra ben poco – riferisce ancora Jesi in Comune -. Allora, se ci sono energie e risorse per operazioni di recupero di un passato lontano ed oltremodo vago, quantomeno se ne dovrebbero trovare altrettante, anzi di più, per conservare e valorizzare il passato recente. Allora, se ci sono energie e risorse per operazioni di recupero di un passato lontano ed oltremodo vago,  quantomeno se ne dovrebbero trovare altrettante, anzi di più, per conservare e valorizzare il passato recente».

Non manca l’attacco al riconfermato sindaco Massimo Bacci e alla sua giunta: Parliamo di un approccio alla storia e più in generale alla cultura in grado di fornire gli strumenti per comprendere il passato e dialogare con la complessità del presente – sottolinea il movimento d’opposizione – Di ciò non troviamo tracce significative nella politica culturale della giunta Bacci: né passata, né presente, né futura.  La prova più lampante di tale carenza è che il principale “documento/monumento” della nostra città per la storia del Novecento – vale a dire l’Archivio Storico comunale – è stato gettato (nel senso letterale del termine) nella rimessa degli scuolabus del comune. Praticamente in pasto ai topi.  Esempio icastico del valore che la giunta Bacci attribuisce alla nostra storia recente».