Jesi-Fabriano

Fedrigoni: la vertenza arriverà al Mimit. Sindacati temono un possibile effetto domino

Il ministro Urso ha deciso di convocare una riunione di approfondimento in sede nazionale, annunciano dalla Regione. Le parti sociali si dichiarano contrari agli esuberi annunciati

Il presidio dei lavoratori e dei sindacati sotto la sede della Regione Marche

FABRIANO – Vertenza Fedrigoni, il ministro Urso ha deciso di convocare una riunione di approfondimento in sede nazionale. Ad annunciarlo l’assessore regionale, Stefano Aguzzi, dopo aver incontrato prima il Gruppo e poi i sindacati. «La decisione del Ministro Adolfo Urso di avviare una concertazione per affrontare le conseguenze della chiusura della Giano S.r.l., annunciata da Fedrigoni Group, è di cruciale importanza. Riconosce non solo il valore di un marchio con oltre 750 anni di storia, ma anche il significato della sua forza lavoro e del territorio, duramente colpito da crisi economiche negli ultimi quindici anni. L’azienda ha espresso la volontà di chiudere la Giano S.r.l. a causa della crisi nel settore della carta per ufficio che viene lì prodotta», ha spiegato Aguzzi.

«Tuttavia, ha anche manifestato l’intenzione di rimanere operativa nel fabrianese, consolidando le proprie attività orientate alla produzione di carta da disegno per uso scolastico e artistico, con la possibilità di riassorbire parte dei dipendenti a rischio esubero. La Regione si è attivata tempestivamente e si impegna a supportare le richieste sindacali, attraverso incontri congiunti con l’azienda, interventi per la riconversione del personale e dell’attività, nonché l’attivazione di corsi di formazione. È fondamentale sottolineare che la crisi della Giano non interessa solamente i 195 dipendenti, ma coinvolge anche un ampio indotto, che comprende settori come il trasporto e la logistica», ha concluso Aguzzi. Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli ringrazia il Ministro Urso «per la tempestiva attenzione in merito a una vicenda che rischia di minare ulteriormente il tessuto produttivo e sociale della nostra regione, in un territorio, quello del distretto Fabrianese, già colpito da diverse situazioni di sofferenza».

I sindacati

I sindacati di categoria questa mattina, 7 ottobre, hanno organizzato un presidio sotto la sede della Regione Marche per far sentire la propria voce durante il faccia a faccia tra il Gruppo e i vertici regionali. Successivamente sono stati incontri da Aguzzi. «La società Giano deve rimane nel perimetro industriale per evitare un effetto domino sugli altri stabilimenti marchigiani del Gruppo, vista la loro interconnessione», si legge nella nota congiunta delle segreterie regionale di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uil-Uilcom, Ugl-Chimici, facendo riferimento ai siti produttivi di Pioraco e Castelraimondo. «Abbiamo preso atto della volontà del Gruppo Fedrigoni della dismissione di Giano con i conseguenti 195 licenziamenti diretti più l’indotto, con l’avvio di un percorso sindacale per il parziale assorbimento degli esuberi negli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta. Siamo preoccupati e contrari «in quanto Giano dovrà rimanere nel perimetro aziendale altrimenti si causerebbe il cosiddetto effetto domino su tutti gli stabilimenti dell’area Marche considerando l’interconnessione degli stessi». Positivo il fatto che il Ministero abbia già attivato in quella sede «un tavolo di confronto per mantenere in sicurezza il perimetro occupazionale dei lavoratori del territorio marchigiano» e che la Regione si sia resa disponibile «a mantenere un costante canale di comunicazione e di intervenire nel caso servissero sostegni alla riqualificazione e alla formazione del personale coinvolto nella dismissione di Giano», si conclude la nota.