FABRIANO – La vertenza Fedrigoni è approdata in Consiglio regionale. Cinque mozioni e due interrogazioni, poi trasformate in una Risoluzione approvata all’unanimità nel corso della seduta odierna dell’Assise regionale. Nell’ambito della discussione in Aula, l’assessore regionale, Stefano Aguzzi, ha confermato che il presidente Francesco Acquaroli, in via informale, è in contatto con il Mimit per eventuali interessamenti da parte del Poligrafico dello Stato nei confronti della Giano srl, azienda che il Gruppo vorrebbe dismettere dal 31 dicembre prossimo, provocando 195 esuberi. Con la Risoluzione si impegna la Giunta regionale: a dare continuità e costanza al tavolo regionale per il lavoro quale sede deputata al confronto e alla concertazione, oltreché finalizzato all’individuazione di tutti gli strumenti attivabili per accompagnare la vertenza in atto verso il miglior esito; ad assumere la questione del distretto industriale fabrianese e del suo sviluppo come centrale per l’intera regione e fondamentale per la tenuta delle Aree interne e montane delle Marche; a concorrere insieme alle Istituzioni locali alla programmazione di interventi finalizzati al rilancio del distretto industriale e dei servizi essenziali ai cittadini.
La Risoluzione
Nel testo della risoluzione si chiede alla Proprietà: di procrastinare le decisioni assunte in merito alla chiusura della società Giano Srl e di sospendere le procedure di licenziamento dei 195 lavoratori in vista degli esiti del tavolo di lavoro con il Governo la cui prima convocazione è prevista per il 4 novembre 2024 a cui sono invitate anche le istituzioni locali; di condividere questi passaggi con le istituzioni locali, regionali e nazionali e con le forze sindacali. Infine, si chiede al Governo nazionale e al Ministero del Made in Italy: di valutare tutte le opzioni che, vista l’importante storia cartaria di Fabriano, possono salvaguardare gli stabilimenti fabrianesi di cui viene minacciata la chiusura tramite l’interessamento di nuovi acquirenti, a partire dall’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, e il coinvolgimento della Banca d’Italia; di assumere la questione del distretto industriale fabrianese come una questione nazionale, per la lunga storia che hanno le produzioni della carta e dell’elettrodomestico che, nonostante le crisi, continuano a rappresentare settori resilienti e giacimenti di saper fare artigiano e industriale; di supportare un territorio profondamente ferito prima dalla crisi del 2008-2009, poi dal sisma del 2016-2017, del cui cratere sismico Fabriano fa parte, e da una crisi industriale perdurante; a proseguire l’esplorazione di nuovi strumenti dedicati al rilancio del comprensorio (con, oltre a Fabriano, Cerreto d’Esi, Matelica, Castelraimondo, Pioraco) già Area di Crisi Industriale Complessa e Area Sisma come corsi di formazione per diffondere una nuova cultura di impresa e incentivi per la creazione di nuove imprese, compresa la Zes, al fine di non disperdere conoscenze e competenze ancora diffuse sul territorio; a proseguire l’interlocuzione con il Governo Centrale per l’intercettazione di fondi e risorse utili al territorio del comprensorio suddetto.