Jesi-Fabriano

Fedrigoni: stato di agitazione dei lavoratori negli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta

Arriva la solidarietà e la disponibilità a porre in essere tutte le azioni necessarie per scongiurare gli esuberi, da parte dell'arcivescovo Francesco massara

Assemblea lavoratori stabilimento di Rocchetta

FABRIANO – Fermo impianti negli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta in concomitanza con l’assemblea dei lavoratori dei due siti interessati dall’annuncio odierno del Gruppo Fedrigoni di voler chiudere ufficialmente dal primo gennaio 2025 la società Giano, società che si occupa del business dell’ufficio. Proclamazione immediata dello stato di agitazione per scongiurare i 195 esuberi, tanti sono infatti i dipendenti che saranno licenziati collettivamente a seguito di questa decisione della proprietà. Sono queste due, le prime reazioni dei sindacati di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Carta e Stampa, inclusa la Rsu unitaria dell’area Marche, al termine della riunione plenaria con l’AD del Gruppo Fedrigoni, Marco Nespolo, svoltasi questa mattina 3 ottobre a Fabriano, per annunciare l’uscita del Gruppo dal business della carta per ufficio. «La procedura per il licenziamento collettivo di 195 addetti coinvolge non solo la produzione di carta per ufficio, ma anche i settori della manutenzione, della gestione dei materiali e delle spedizioni presso lo stabilimento di Fabriano, nonché la cessazione del vicino sito di Rocchetta», scrivono le parti sociali che hanno fermamente respinto queste informazioni, «riconoscendo l’impatto devastante sulle vite dei lavoratori coinvolti, sulle famiglie e sulla comunità locale e dell’indotto». Le organizzazioni sindacali hanno richiesto immediatamente un tavolo di confronto per discutere nel merito delle questioni emerse, fissando un incontro per l’8 e il 9 ottobre prossimo. Inoltre, nel corso della stessa giornata, si sono tenute due assemblee con fermo impianti nei due stabilimenti interessati. «Queste assemblee hanno rappresentato un’occasione utile per fare il punto della situazione e per mobilitare ulteriormente i lavoratori, rassicurandoli sul fatto che saranno messe in atto tutte le azioni possibili, «per contestare la liquidazione della società Giano, poiché la chiusura totale dello stabilimento di Rocchetta e parziale di Fabriano rappresenta una vera e propria minaccia per i posti di lavoro e per il futuro del Gruppo». L’impegno delle organizzazioni sindacali è quello «di rimanere unite e proattive, affrontando questa situazione difficile con determinazione e fermezza. La lotta per un futuro che non bruci i sogni e le speranze di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie è solo all’inizio, e sono pronte a combattere per ciò che è giusto», si conclude la nota.

La solidarietà

Ai lavoratori coinvolti dalla decisione del Gruppo Fedrigoni è giunta la solidarietà della chiesa della Diocesi Fabriano-Matelica. «Ci appelliamo al Gruppo Miliani affinché si apra una nuova stagione di confronto costruttivo in modo che uomini e donne mantengano la dimensione di dignità che solo il lavoro può dare», scrive l’arcivescovo Francesco Massara che conferma «la propria disponibilità per cooperare con l’azienda e le istituzioni, regionali e nazionali, in modo che siano salvaguardate le competenze e l’alta professionalità dei lavoratori e si garantiscano alle loro famiglie certezze sul futuro». Per l’Arcivescovo «è eticamente necessario dare continuità operativa all’azienda il cui futuro è importante non solo per i lavoratori, ma per tutto il sistema economico e sociale di un territorio già duramente provato dalla de-industrializzazione. Occorre l’impegno di tutti perché i posti di lavoro siano tutelati. Senza lavoro non c’è dignità: diritto al lavoro e democrazia sono posti in stretto collegamento dalla Costituzione italiana e Papa Francesco esorta incessantemente a non lasciare inascoltato il grido di allarme dei lavoratori». La Chiesa di Fabriano-Matelica «sarà sempre e in ogni modo vicina ai lavoratori e alle famiglie richiamando il senso di responsabilità dei vertici aziendali per cercare, in dialogo con le istituzioni e i sindacati, strade risolutive di speranza e fattiva collaborazione», conclude.

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