STAFFOLO- I CaPaBrò in concerto a Staffolo per la 54esima edizione della Festa del Verdicchio che andrà in scena da domani, 15 agosto, Ferragosto, a domenica 18. Un gruppo di amici con la musica nel dna e passione per l’ironia. La loro predisposizione a vedere il lato positivo delle cose li portano a comporre testi da non perdere. Il live è domani, Ferragosto, alle 23.30 nel Piazzale dei Martiri a Staffolo.
Come nascono i CaPaBrò?
«Era il 2014 e la passione per la musica e per il teatro canzone sono stati galeotti. Il nostro è un progetto che ha come focus il palco: siamo fedeli alla dimensione live. Ciò significa anche che chi viene ai nostri concerti può ascoltare anche brani che non trova da nessun altra parte, neanche nei nostri cd. La formazione è composta da: Diego Brocani, 30 anni di Jesi, voce e basso elettrico; Giorgio Pantaloni, 30 anni di Serra San Quirico, batteria; Alessandro Corvatta, 22 anni di Recanati, chitarra; Giovanni Moroni, 26 anni di Ancona, chitarra e tastiere».
Quale l’idea che sta alla base delle vostre canzoni?
«L’idea di partenza è quella di sdrammatizzare. Se la maggior parte delle canzoni parlano, ad esempio, dell’amore dal punto di vista della sofferenza per una storia finita male, noi parliamo invece del lato positivo di una storia finita che può essere quello di essere single e liberi! Testi e musica nascono direttamente da noi».
Ad un anno dalla nascita del gruppo avevate già preso parte a molti contest, portando a casa anche vittorie: avete avuto un promoter?
«No, abbiamo semplicemente pensato che per farci conoscere dovevamo investire su di noi partecipando a nostre spese a più contest e festival possibili fuori dal nostro territorio. E ad oggi abbiamo già fatto più di 300 live».
Siete in tour?
«Stiamo portando nei nostri concerti il nostro singolo “E Balla!” del nostro primissimo album uscito lo scorso anno, Musicanormale, con 9 pezzi».
Tra le vostre canzoni cool da non farsi sfuggire alla Festa del Verdicchio?
«Il nostro brano che mixa l’Inno d’Italia con l’inno azzurro Po Po Po. Diciamo che sopra un palco …facciamo cinema!»