JESI – Piazza della Repubblica, piazza Indipendenza e piazza Spontini. Ecco dove si svolgerà la fiera di San Floriano, dopo due anni di stop forzato causa pandemia. Andrà in scena il prossimo 4 maggio e aprirà l’atteso Palio, che manca ormai dal 2019. Saranno presenti commercianti, artigiani, associazioni senza scopo di lucro, creativi e hobbisti. Un ritorno alla normalità che aspettano in tanti.
Spazio poi alla rievocazione storica con i suoi spettacoli e le taverne. Dal 29 aprile al 3 maggio, un anticipazione: il pre-palio, con eventi collaterali preparatori. Mercoledì 4, oltre alla fiera, tornerà anche la classica Scampanada de San Fiorà mentre, dal 5 all’8, il vero e proprio Palio di San Floriano arrivato alla sua venticinquesima edizione. Le scuole sportive medievali sono già operative con allenamenti settimanali di Tamburi, Sbandieratori, Arcieri, Armati, Ballo Medievale. A tale proposito, è possibile tesserarsi all’Ente Palio San Floriano, l’associazione organizzatrice. Invariato il costo di iscrizione di 25€ grazie al quale si può partecipare alla vita sociale, al Palio, agli allenamenti nei vari gruppi sportivi medievali, a gite, partecipazioni ad altre manifestazioni, cene sociali, convegni, mercatini e diverse opportunità.
«Il palio o “pallio” – spiega lo storico Marco Torcoletti – era il tessuto che i feudatari prima e i castelli della Vallesina poi erano tenuti a consegnare annualmente presso la chiesa di San Floriano, confermando in tal modo un legame con la città di Jesi. Fu definito anche “strumento di concordia”, ma in realtà suggellò una qual forma di riconoscimento della leadership jesina sul contado. La consegna del “pallio” e di alcune libbre di cera avveniva nell’ambito di una grande festa in onore di san Floriano, patrono della comunità civica jesina, che trovò in lui il paladino e il testimonial della sua politica, anche espansionistica. Rispetto a San Settimio, morto vescovo, il soldato Floriano riunì in sé sia delle virtù di tipo spirituale che di tipo militare. Non a caso furono i longobardi a introdurne il culto. Il Palio si lega dunque in maniera profonda alla storia jesina, sul piano del culto, della politica e dell’identità. Ed è questa la peculiarità specifica di questa manifestazione rispetto a tante altre».
In programma, come al solito, cortei, taverne, concerti, convegni, spettacoli teatrali, competizioni sportive. Non mancheranno le novità.