FILOTTRANO – Un’attività ereditata dal padre, una tradizione di famiglia e un punto di riferimento, da ormai quarant’anni, per Filottrano. Ma una maxi bolletta da 5.100 euro e il mutuo mettono a rischio chiusura la Bottega Golosa di via Trenta Giugno a Filottrano. A lanciare l’allarme per questa situazione ormai ingestibile per la sua famiglia è il titolare, Lorenzo Lucaioli, 53 anni che da 40 lavora dentro alla bottega di famiglia. «Finita la scuola media mi sono precipitato ad aiutare mio padre alla macelleria qui al centro di Filottrano – racconta – vedevo quanti sacrifici faceva per tutta la famiglia e volevo essere utile. Poi mi sono appassionato».
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Una passione ereditata dal padre, che ha spinto la famiglia a portare avanti questo servizio per la città, puntando sempre sulla qualità dei prodotti, su una scelta che negli anni si è rivelata vincente. Ma oggi la certezza di questa realtà, rischia di essere minata dalle bollette alle stelle e dai costi da sostenere.
«Sto pensando che è meglio chiudere, il costo dell’energia ci sta soffocando» spiega, mostrando l’ultima bolletta da 5.100 euro da pagare entro il 5 settembre e dove a fronte di un minor consumo di energia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il costo era triplicato: 7528 kWh per 1.178 euro nel 2021, quest’anno per 7.382 kWh addirittura 5.086 euro. Il peso dei rincari dei costi dell’energia, oltretutto con la prospettiva delle bollette dei mesi più caldi è una spada di Damocle sulla testa di questo commerciante che ora è disperato e ha deciso di chiudere. «È dall’inizio dell’anno che sto pagando bollette aumentate quattro volte tanto – conclude – la prossima sicuramente arriverà a 6.000/7.000 euro e ho stimato che a fine anno arriverò a spendere 45.000 euro di corrente rispetto ai 15.000 che ho pagato lo scorso anno. Un rialzo insostenibile, non ce la faccio più. Ora basta, chiudo. Mi dispiace, per la mia famiglia e per i filottranesi, ma non ce la faccio. Chiudo con orgoglio, ci ho provato. Ho un colpo al cuore, non so se riuscirò a sostenere questa chiusura». E col nodo alla gola, mentre guarda quel cartello “cedesi attività” a caratteri rossi lancia un appello: «un appello allo Stato, alle istituzioni. Chiuderò senza un soldo in tasca. Chiedo solo che ci aiutino – conclude Lorenzo Lucaioli – ci sostengano in questa chiusura che non è uno scherzo…magari con un Tfr per le aziende in chiusura stilato in base all’Isee con le ultime fatture che non riesce a pagare come credito di imposta per i creditori».