JESI- È ancora allarme Covid nelle case di riposo della Vallesina. Al Collegio Pergolesi, residenza per anziani di via San Marco, la situazione dei contagi è drammatica: 43 ospiti e 10 operatori e operatrici positivi, due i decessi registrati in tre giorni, cui si è aggiunto purtroppo un terzo decesso nelle ultime ore.
La situazione è in costante evoluzione. Il Gores regionale ha chiesto l’intervento di medici militari al Comitato operativo interforze, sabato presso la struttura assistenziale gestita dalla Confraternita religiosa dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, si è recato un medico della Marina Militare per valutare le necessità assistenziali degli anziani contagiati. Su 60 ospiti complessivi, 43 sono positivi. Dieci anziani sono ricoverati all’ospedale Carlo Urbani di Jesi, per tre di loro le condizioni sono critiche. Positivi 10 operatori e operatrici.
In tre giorni si sono registrati due decessi, uno di una ospite 98enne ricoverata in ospedale, l’altro di una 97enne in struttura. Nelle ultime ore si è spenta un’altra ospite, un’ultraottantenne che era curata presso la struttura di via San Marco. Due anche i religiosi contagiati, oltre a fratel Tito (82 anni) che si trova in terapia intensiva all’ospedale di Jesi in gravi condizioni, anche un religioso di 63 anni. La struttura è gestita a livello sanitario dall’Usca-Unità sanitaria di continuità assistenziale, ma servono rinforzi urgenti.
«C’è una prima fase in cui un referente militare fa una valutazione nelle case di riposo nelle quali si è chiesto di intervenire – spiega il coordinatore regionale del Gores dottor Mario Càroli – della quantificazione e della tipologia di personale è necessario nelle case di riposo e residenze protette. I tempi dipenderanno da quando si riusciranno a intercettare medici e infermieri militari da inviare nelle residenze protette».
In questo quadro emergenziale per gli operatori sanitari che prestano assistenza agli anziani nelle Rsa e case di riposo, così come per gli anziani stessi, appare ora di assoluta urgenza il piano vaccinale. Ma ci sono ritardi. «Il Comune sta predisponendo un censimento degli anziani autonomi che vorranno vaccinarsi per gli altri sentiremo i tutori – dice l’assessore alla sanità Maria Luisa Quaglieri, raggiunta telefonicamente a Roma dove si trovava per lavoro -. Auspico che quando potremo finalmente vaccinare le persone anziane tireremo un grande sospiro di sollievo perché sono stati mesi veramente difficili, molto duri e lo sono soprattutto per queste persone che sono chiuse. Mi auguro che il vaccino possa favorire anche un’apertura maggiore affinché possano socializzare e rivedere i propri cari in maniera diversa. Mi auguro anche che vengano attivati i vaccini per tutte le persone in condizione di fragilità, il mio pensiero va alle persone disabili, affette da autismo e per tutti coloro che stanno in prima linea e hanno quindi bisogno del vaccino, una grossa speranza che ci viene data per cercare di contenere questo maledetto virus».