JESI – La fontana dei Leoni in piazza della Repubblica. È senza dubbio questo l’argomento che sta monopolizzando il dibattito in città. Cassio Morosetti, il compianto fumettista – jesino di nascita ma milanese di adozione – ha donato ben 2 milioni di euro per rivedere il monumento di piazza Federico II davanti alla facciata del teatro Pergolesi. Un anno di tempo per eseguire la volontà testamentaria, altrimenti i soldi andranno in beneficenza. Ma cosa ne pensano gli artisti? È un’operazione “credibile” dal punto di vista estetico? Lo abbiamo chiesto ad alcuni di loro…
«La domanda mi sorge spontanea: Ha bisogno la città di Jesi di spostare la fontana da una piazza all’altra? O meglio, di farla tornare nel posto dove era situata fino al 1949? – si chiede Juri Lorenzetti -. Ben due milioni di euro da usufruire entro un anno da luglio, altrimenti l’eredità andrà ad alcune associazioni benefiche.
Certamente, una bella cifra, che magari sarebbe capace di coprire le spese (credo, in quanto sono ignorante in materia) per la traslazione e realizzare così il sogno di Cassio Morosetti. Ma dietro a tale “sogno” sorgono non poche problematiche, come le tempistiche burocratiche e nuovamente cantieri aperti in città. Cantieri che secondo il mio umile parere non porteranno giovamento ai cittadini che risiedono e alle varie attività del centro. Un centro storico al momento ben vivibile ed esteticamente bello, sia all’occhio dei cittadini che dei turisti. In sintesi e per farla breve, si hanno due milioni di euro da poter spendere per la traslazione, ma non si ha la certezza di poter iniziare i lavori per tempo e poter usufruire di tale cifra.
Senza entrare in banali e inutili discorsi che si sentono in questi giorni del tipo “si sarebbero potuti spendere per quello e per quell’altro”, sono soldi privati, non pubblici, donati per poter realizzare la volontà e il sogno dello stesso Morosetti. Ma si sa, non sempre i sogni riescono e possono diventare realtà».
«Personalmente – osserva Marta Mancini – sarei per lasciare la fontana dove si trova. In piazza Federico II, essa è un polo di attrazione: la stessa pavimentazione è stata studiata per darle importanza. Non ci sono altri elementi, considerando pure che la facciata del Duomo è parzialmente nascosta. Se la fontana venisse tolta, la piazza resterebbe vuota. In piazza della Repubblica, invece, c’è il teatro Pergolesi con la sua bella facciata, valorizzata dall’illuminazione. Si rischia, a mio modo di vedere, di farla passare in secondo piano, di “coprirla”, qualora si optasse per il trasferimento della fontana».
«Il monumento è di gran valore e la sua forza lineare e bianca ben si sposa con le linee e i colori della piazza in cui si trova – il parere di Andrea Marconi -. Invece nella piazza del teatro già c’è un impatto scenico diverso: la gente deve camminare e il monumento principale è già il teatro che dà una connotazione diversa di significato: il punto di vista è più alto e più vicino, dunque smorzerebbe e toglierebbe forza e respiro alla fontana.
In piazza Federico II la visione è più ariosa e la fontana, insieme all’obelisco, e in questa piazza, si valorizzano a vicenda. Con un connubio di forma e colore danno forza, eleganza e senso di armonia, quello di cui ha bisogno una città contemporanea che rispetta la storia e l’importanza estetica di vivere nella “bellezza”».
«Piazza della Repubblica deve rimanere così com’è – commenta anche Bob Money -. Chi arriva, oltre ad apprezzarne l’ampiezza, si trova al cospetto della maestosità del teatro, la cui facciata è molto bella e restaurata. Si toglierebbe la possibilità di godere di questa vista introducendovi la fontana».
«Non conosco i rischi effettivi in cui va incontro un’opera per uno spostamento del genere, sebbene creda che vi siano possibilità di trasferirla in piena sicurezza – dice Alessandro Tesei -. Dal punto di vista pratico, piazza della Repubblica è centralissima e ospita eventi, come il Capodanno, il Palio, i concerti, etc..
Con la fontana, quella funzione andrebbe un po’ perduta. D’altro canto, sarebbe più vissuta, in quanto un elemento architettonico al centro la renderebbe maggiormente viva. Dunque, potrebbe anche funzionare. Ma cosa succederà a piazza Federico II? Potrebbe diventare sede di spettacoli, ma rischia pure di morire definitivamente. Non so dare, insomma, un parere positivo o negativo. Se proprio devo scegliere, essendo affascinato dai cambiamenti, dico di sì allo spostamento perché curioso di vedere come si modificherebbe la fruizione del centro storico».
«A casa mia la chiamiamo la piazza dei leoni, proprio per quella fontana che è lì da sempre per noi – sottolinea Francesca Tilio -. Non mi ero mai posta il problema della sua posizione fino al giorno in cui Gian Franco Berti del Centro Calamandrei mi ha raccontato la sua storia, di quando si trovava in piazza della Repubblica e del perché sia stata spostata.
Mi ha raccontato che nel dopoguerra ne hanno modificato la posizione a causa della mobilità dei pullman, una scusa utile ma poco nobile direi.
Per questa e per altre ragioni ho sposato la causa e sono dunque d’accordo nel riportarla nella sua collocazione originaria, quella per cui era stata inizialmente pensata. Immagino una grande e bianca piazza del Duomo, piena di aria e completamente vuota».