JESI – Brutta disavventura per i due autisti e gli oltre 40 passeggeri del bus Crognaletti in servizio nella tratta internazionale per Barcellona, collegamento quotidiano tra Italia e Spagna.
Il mezzo, della storica azienda di autolinee con sede a Jesi, una delle più importanti realtà marchigiane nel panorama del trasporto pubblico, era partito sabato 9 marzo da Firenze alla volta della Spagna (una tratta che la Crognaletti gestisce da luglio 2018). Giunto in Francia, però, qualcosa è andato storto e durante la consueta fermata all’aeroporto di Nizza, il bus è stato sottoposto a una serie di controlli da parte della polizia francese (Gendarmerie) e i due autisti, entrambi residenti a Genova, sono stati ammanettati ed arrestati «senza spiegazioni», racconta l’amministratore delegato Daniele Crognaletti.
Per oltre 10 ore del pullman si è persa ogni traccia, ore di angoscia non solo per i familiari degli autisti e dei passeggeri, ma anche per la dirigenza della Crognaletti che ha vissuto quei momenti con il fiato sospeso. I motivi dell’arresto non sono ancora noti, ma intanto l’azienda jesina sta «provvedendo a ricostruire tutti i fatti», spiega Daniele Crognaletti che ha ricevuto la notizia del rilascio dei due autisti intorno alle 14 di domenica, 10 marzo.
Al momento l’unica certezza è che «le 40 persone a bordo del mezzo sono state lasciate a piedi per una decina di ore», ma non si sa come abbiano trascorso quelle lunghe ore. Della questione si è interessata la Farnesina che ha reso possibile il contatto tra l’azienda e il governo francese, ma anche i sindacati nazionali si stanno muovendo per far luce sull’intricata vicenda. Nessun marchigiano era a bordo del mezzo, precisa Daniele Crognaletti che è intenzionato ad andare in fondo alla questione per capire le ragioni alla base dell’ingiustificato arresto.
La Francia nell’ultimo periodo è stata interessata dalle manifestazioni di protesta dei “Gilet Gialli” che hanno causato problemi di ordine pubblico. Le manifestazioni giunte al diciassettesimo sabato consecutivo, proprio il 9 marzo, hanno spinto le autorità francesi a rafforzare i controlli. Il movimento nato per protestare contro l’aumento di prezzo del carburante sta prendendo sempre più piede allargando il fronte della sua protesta ed esprimendo un disagio che riguarda le politiche economiche del governo.