Jesi-Fabriano

Fratelli Lumière, canzoni come fotografie

ll concerto andato in scena ieri, domenica 17 settembre, al Teatro Cocuje di Jesi, non ha deluso le attese. Storie nate da incontri e presentate in 14 canzoni

I Fratelli Lumière, Leonardo Cioccolanti, Roberto Barbini, Stefania Torri, David Uncini

JESI – Al Teatro CocujeCronache della città di C.” la performance musical narrativa dei Fratelli Lumière, di ieri, domenica 17 settembre, non ha deluso le attese.

Anzi, negli spazi raccolti della struttura, tra luci soffuse, note vibranti cavalcate da parole narrate e cantate, l’ora e un quarto in cui si è dispiegato lo spettacolo, composto da 14 canzoni, è stata piacevole e coinvolgente.

Un momento dello spettacolo “Cronache di C.”

La voce di Leonardo Cioccolanti, il piano di Roberto Barbini, la tromba di David Uncini, la recitazione di Stefania Torri. Un mix di sensazioni e suoni che vanno dalla musica pop-folk, cantautorale, swing, al teatro di recitazione, in un interessante percorso, un flash back tra gli anni ’50 e ’70‘ del secolo scorso, che non è solo di chi calca la scena ma che potrebbe essere anche di chi ascolta.

«Sono spaccati di storie nate da incontri – spiega alla fine del concerto Stefani Torri -. Canzoni come fotografie. Alcune nascono in questa città, altre a Milano o in altri luoghi, tutte da conoscenze. Quando la temperatura s’innalza diventano un ricordo più forte e si trasformano in canzoni».

E sono canzoni che ci riportano la vita di tutti i giorni, gli incontri di tutti i giorni. Basti pensare al recitato dove Stefania ricorda Bruno Cartò, i suoi scatoloni da raccogliere, la sua solita domanda: «Quà fatto la Juve?».

«Cerchiamo di avvicinare le persone a queste storie anche minime che in qualche modo ci segnano tutti perché comunque ricche di tante cose anche per noi».

Il progetto è nato – nel 2016 – da un laboratorio di scrittura fatto da Stefania e Roberto Barbini.

«Lui mi manda la musica che compone, solitamente di getto, io cerco di masticarla a lungo sino a quando mi suggerisce una storia. Ai brani abbiamo lavorato un anno e mezzo e adesso ci stiamo dedicando alla rifinitura. E siccome ci sembravano testi anche molto complessi abbiamo fatto in modo che chi si accosta alle canzoni per la prima volta possa avere un aiuto per poterle decifrare».

«Sono nate così queste brevi presentazioni recitate, accompagnate anche da oggetti che mostro – scarpe, una sveglia, lenzuola, bicchieri – un arricchimento che in qualche modo rimanda alla stessa canzone, anche per inquadrarla bene in un certo periodo e in certo luogo».

 

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