Jesi-Fabriano

«Ci sarà in paradiso un viale della Vittoria dove fare due passi con Ferziero?», commosso il saluto al maestro dei fiori

Gremita la chiesa di San Giuseppe per l'ultimo saluto a Ferziero Santelli, il maestro fiorista di 73 anni mancato a causa di una malattia

JESI – «Ci sarà in Paradiso un viale della Vittoria dove fare due passi con Ferziero? Io me lo auguro». E’ il modo commosso e personale con cui don Giuliano Fiorentini ha salutato il maestro dei fiori Ferziero Santelli, suo caro amico, durante la cerimonia funebre.

Il maestro fiorista, 73 anni, si è spento il 26 gennaio scorso, a sette mesi di distanza dalla sua amata moglie Orietta (mancata a giugno 2021). I figli Mirian, Andrea, Angela e Michele, i nipoti, i fratelli e la sorella hanno avuto la solidarietà e il sostegno di tantissime persone. La chiesa di San Giuseppe, gremita, ha accolto il feretro di legno chiaro, circondato sull’altare da una distesa di fiori coloratissimi. Composizioni, corone, cuscini, mazzi, bouquet. Rose, primule, fiori primaverili, ghirlande. “Grazie Maestro”, il saluto corale di FederFiori e delle associazioni di florovivaisti di tutta Italia che con la carezza di un fiore hanno voluto dire addio al loro maestro, affidando al linguaggio delle piante il dovere di tradurre tutto il loro affetto e dolore.

Sul feretro, una foto che lo ritraeva intento a comporre un mazzo per qualche evento, col suo immancabile sorriso che donava sempre a tutti. «Ferziero se n’è andato in un lampo – ha detto don Giuliano visibilmente commosso – la morte si è presentata come un ladro, poi si è dileguata. Con la perdita di Ferziero perdiamo un amico di molti, una persona con cui abbiamo condiviso molte cose e che ci ha insegnato tanto. In primis, a comunicare con i fiori. Lui era bravo a dire le cose con i fiori, ricordo con grande soddisfazione e rammarico i momenti straordinari passati qui dentro, in questa chiesa, quando si era inventato gli “Altari fioriti” e qui di altari ne aveva tanti!». Don Giuliano ha ricordato anche quando, insieme all’amico Ferziero, inventarono la rappresentazione fioristica del nastro di Möbius, traduzione matematica del concetto di infinito espresso appunto con i fiori.

«Mi disse che il desiderio infinito di bellezza e mitezza che coltivava nel suo cuore, lo espresse al meglio in questa chiesa – aggiunge don Giuliano – perché per lui un fiore in sé era bello, sì, ma stava alla sensibilità di ciascuno saperlo raccontare. E chiacchierare, magari camminando insieme in viale della Vittoria, era il suo modo di far sentire importanti le persone: Ferziero mi mancava quando ha lasciato l’attività a suo figlio Michele, mi mancava quando si era ammalato e mi mancherà sempre ogni volta che passerò di lì. Mi mancherà il mio amico che era pronto a lasciare il bancone per regalarmi il suo tempo, la sua attenzione». Il tempo è una equazione uguale alla vita, regalare il nostro tempo è dunque regalare una parte della nostra vita.

«Ferziero lo ha fatto con me e con tanti di voi – aggiunge il sacerdote – questa persona ci ha insegnato a dialogare con lo sguardo, con i fiori, a essere persone migliori. E noi, afflitti per la sua morte, vorremmo saperlo in un posto sicuro, in pace dalla malattia, sereno. Una consolazione amara. Oggi vorremmo scoprire il perché della morte… è normale di fronte a questo dolore. Ferziero ce l’avrebbe raccontata con i fiori, io lo faccio con il Vangelo di Giovanni». E sulla resurrezione di Lazzaro a Bètania, don Giuliano chiude la sua toccante omelia, una delle migliori con cui abbia salutato un amico andato via per sempre.


Poi lo spazio ai ricordi, alla commozione degli amici, dei colleghi, ai saluti. «Ferziero era una persona speciale, dalla grande passione per il suo lavoro e un uomo di una grandissima libertà intellettuale – ha ricordato un’amica – oggi lui non avrebbe voluto un nostro pensiero di dolore, ma una riflessione sulla qualità della vita». «Un grande maestro di arte floreale e di vita – aggiunge un’altra, collega fiorista – con la sua pacatezza ci ha accolto e consigliato, ci ha insegnato a guardare il mondo in modo diverso, con i suoi colori e sfumature. Ferziero tu sei la nostra storia, ci mancherai tanto e resterai sempre nei nostri cuori». Il corteo funebre ha poi mosso silenzioso verso il piazzale esterno per muovere verso il cimitero comunale di Maiolati Spontini, suo paese d’origine, dove la ditta David-Icof che ha curato i dettagli della cerimonia funebre, ha affidato Ferziero alla terra dove riposerà.

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