JESI – I “Garanti del Verde” impediscono l’abbattimento dei tigli di viale Trieste. Nuovo rinvio delle operazioni. Ma anche sei denunce per interruzione di pubblico servizio. Mattinata concitata quella andata in scena oggi, 3 agosto, a ridosso della stazione ferroviaria. La mediazione paziente dell’assessore all’Ambiente Alessandro Tesei non è stata sufficiente. Nemmeno le motivazioni circostanziate della consigliera comunale Agnese Santarelli hanno convinto i cittadini in lotta per la salvaguardia degli alberi a fermare la protesta e uscire dall’area recintata di “cantiere”. Dopo circa quattro ore di trattative estenuanti, con anche il supporto di polizia locale e carabinieri, il nulla di fatto. Ci si riprova la prossima volta.
Già dalle prime ore della mattina, i “Garanti del Verde” si sono raggruppati attorno ai due tigli da abbattere. Una quindicina di persone, all’incirca. Il primo ad arrivare è stato l’assessore Alessandro Tesei che subito ha intavolato un confronto per invitare i manifestanti a farsi da parte così da consentire alla ditta incaricata di procedere con gli abbattimenti. Ma non c’è stato nulla da fare. A dargli man forte, la consigliera comunale di Jesi in Comune, Agnese Santarelli, al fianco dei colleghi d’aula Filippo Cingolani e Francesco Coltorti, che ha spiegato i rischi che si corrono qualora uno degli alberi dovesse cadere e colpire qualcuno. «La salvaguardia dell’incolumità pubblica è una priorità – ha rimarcato più volte la Santarelli -. Come istituzione abbiamo il dovere di tutelare la popolazione e dobbiamo tenere conto delle possibili conseguenze. Vi abbiamo coinvolto, abbiamo ascoltato il vostro punto di vista, vi abbiamo dato il tempo di produrre una controperizia che confutasse le due commissionate dal Comune. Ma non lo avete fatto. Ci sono dei tempi da rispettare, il Comune deve procedere. Ci dispiace che questa disponibilità da parte nostra non sia stata apprezzata».
Nel frattempo, sono arrivate le forze dell’ordine. I carabinieri prima, la polizia locale poi che, con molta calma, ha spiegato ai manifestanti cosa comporta la denuncia per interruzione di pubblico servizio. Ciò non è bastato e i sei cittadini che hanno scelto di restare nell’area del cantiere sono stati identificati.
Quindi, il momento più delicato per l’amministrazione. Due le strade: rinunciare all’abbattimento o sgombrare con la forza. Dopo circa un’ora si è scelta la prima opzione, sperando che le denunce possano convincere i diretti interessati a non ripresentarsi. Poco prima dell’ora di pranzo, la ditta incaricata ha smontato l’attrezzatura, rimosso le recinzioni e se ne è andata. Ora si valuta, per la prossima data, di organizzare un cordone di forze di polizia per scongiurare l’accesso nell’area dei manifestanti. Che cantano vittoria, per il momento.