JESI – «Da tempo sostengo la necessità di ri-associare al nome di Jesi il titolo di città regia. Mi fa piacere che qualcuno, finalmente, stia portando avanti questa proposta». Se fosse consigliere comunale, l’imprenditore Gennaro Pieralisi non avrebbe alcun dubbio sul voto da esprimere – il 27 ottobre in aula consiliare – in merito alla mozione presentata da Daniele Massaccesi, volta ad impegnare l’amministrazione «ad attivare ogni necessaria procedura per veder attribuita (o riattribuita) a Jesi, e se previsto o dovuto anche dalle competenti Autorità, il titolo di “Regia Città” o “Città Regia”».
«Sono ultra favorevole – rimarca l’ingegner Pieralisi -. Da anni sogno che Jesi, la mia città, possa di nuovo avere questo prestigioso riconoscimento. Fino al referendum fra Repubblica e Monarchia, Jesi si definiva “città regia” poi il sindaco, Pacifico Carotti, una brava persona, decise con delibera di rinunciarvi. Ho cercato in tutti i modi di restituire alla città questo elemento di distinzione, che in tanti ci invidiavano. E mi fa sorridere chi cerca la documentazione storica. Siamo infatti sul piano della leggenda. Roma è realmente nata dalla lupa che allatta i due gemelli? In Italia abbiamo, fra l’altro, la Serenissima, la Città Ducale. Restituire a Jesi il titolo di città regia è un modo, a mio parere, per valorizzare le nostre radici, già messe in risalto dal nuovo museo multimediale dedicato a Federico II».
A detta di Pieralisi, inoltre, questa decisione avrebbe delle ricadute importanti in termini di visibilità. «Se Jesi tornasse a chiamarsi così potremmo “venderla” meglio, dal punto di vista turistico ed enogastronomico, innanzitutto. Ma non solo – osserva sempre l’imprenditore, il cui cognome è inciso su gran parte delle macchine olearie attive nel mondo -. Anche industria e commercio ne beneficerebbero. Sono convinto che la città ci guadagnerebbe. Dunque mi fa piacere che qualcuno stia portando avanti questa idea, resto ultrafavorevole. Abbiamo l’opportunità di riappropriarci della nostra storia, che in pochi possono vantare e “sfoggiare”».
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