JESI – La collezione Federico II con ori, gemme e lavorazioni sofisticate, dell’artista e designer jesina Maria Marchegiani, sarà in mostra domenica prossima, 15 aprile, nella sala congressi del museo “Stupor Mundi”. Inaugurazione alle 17.30, alla presenza del sindaco Massimo Bacci.
Le teche, poi, saranno trasferite, per l’intera settimana successiva, in alcune stanze del museo e potranno essere ammirate tutti i giorni dalle 15 alle 19.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione del brand Marchegiani Italian Jewels con il museo federiciano e il patrocinio del comune di Jesi.
«Spero che questa occasione faccia da traino anche per altri settori – ha detto il vice sindaco e assessore alla cultura, Luca Butini, in sede di presentazione dell’evento, stamattina 13 aprile – in quanto uno degli obiettivi del museo è proprio quello di ispirare la produzione di eccellenze del nostro territorio. E Maria Marchegiani è stata una delle prime, sin dall’inizio, a cogliere questa ispirazione».
Maria Marchegiani, artista e appassionata d’arte, è titolare dell’omonimo laboratorio di arte orafa e gioielleria in via Pergolesi (già via degli Orefici) e «ci sentiamo eredi – ha sottolineato – di una grande tradizione coniugata con l’innovazione». Di qui l’omaggio all’imperatore e alla città, con la collezione composta da due linee per una cinquantina di “pezzi”.
«Il gioiello non serve a decorare – ha spiegato – ma è parte della persona. Lo si indossa per avere un’identità nella quale riconoscersi».
La prima linea ispirata a Federico II la possiamo anche ritrovare nel Museo del Gioiello ricavato nei locali sotterranei della sua “boutique”, con la corona imperiale, la collana Chanel con la “Chiave della città“, il cui ciondolo racchiude i simboli federiciani del leone e della “F” rovesciata di Federico II, gli anelli a corona, collier preziosi e opulenti per esprimere «tutta la magnificenza dell’epoca imperiale». A questa se n’è aggiunta una seconda, che comprende anche monete, fermacravatte, gemelli. Ma in quel museo si ripercorrono anche le tappe più importanti relative all’evoluzione dell’arte orafa dal ‘700 al ‘900 attraverso una raccolta significativa di attrezzi artigianali e monili, a testimonianza della fiorente attività degli orafi jesini, tra i quali Lucagnolo, compagno di lavoro e poi rivale di Benvenuto Cellini.
L’intera collezione, dunque, sarà in mostra al museo – inaugurato il primo luglio 2017 – che, come ha detto il referente dello stesso, Francesco Giuliani «anche nel periodo invernale ha fatto registrare tante visite, soprattutto didattiche, da parte di studenti provenienti non solo dalla nostra regione ma anche dalla Puglia e dal nord della penisola».