JESI – Sono il cuore, la vera forza della Croce Rossa Italiana: i 150.000 volontari che in Italia, ogni giorno, contribuiscono a migliorare la vita delle comunità e delle persone in situazione di vulnerabilità analizzando e rispondendo ai loro bisogni attraverso la cultura della prevenzione, l’educazione e l’attenzione alla persona. Il 5 dicembre è una giornata interamente dedicata a loro. È la “Giornata mondiale del volontariato”, istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1985. Lo scopo di questa giornata è quello di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo. Il Gruppo Giovani della Croce Rossa Italiana comitato di Jesi è composto da 80 giovanissimi, dai 14 ai 32 anni. Per i più giovani ovviamente, ci sono delle limitazioni al tipo di servizio (in particolare quello sanitario, per cui occorrono la maggiore età e il corso apposito), ma tutti danno il proprio contributo. Un contributo di cuore che è sempre importante.
«I volontari sono la linfa di ogni associazione e in particolare i nostri ragazzi del Gruppo Giovani sono una grandissima risorsa per noi – dice il presidente della Croce Rossa Italiana comitato di Jesi dottor Francesco Bravi – sono il nostro presente e il futuro di questa associazione. Sono loro che mandiamo nelle scuole a fare proselitismo tra gli studenti, perché parlano la stessa lingua dei giovani». Con la loro giovinezza, l’entusiasmo e la generosità, sono certamente i migliori testimonial della Croce Rossa.
A Jesi è proprio grazie all’attività dei volontari del Gruppo Giovani che è nato “Binario Volontario”, uno spazio ricavato dentro ai locali della Stazione ferroviaria grazie alla concessione di Rfi al Centro Servizi per il volontariato che a sua volta, ha destinato questo spazio alla Croce Rossa. Stanze dove incontrarsi, pianificare le attività e dove dedicarsi agli altri. «Mi sono avvicinata al Gruppo Giovani della Croce rossa dopo aver visto una volontaria fare la clown terapia ai bambini in ospedale – racconta Veronica Vinciguerra, 20 anni, operatrice del soccorso e dal 2018 in Cri – sono rimasta così tanto colpita, che ho pensato a come essere d’aiuto pure io. Così sono entrata nel gruppo giovani e chissà che non possa anche io portare un po’ di allegria ai bambini ospedalizzati tramite la Croce rossa». Qui, al “Binario Volontario” vengono distribuiti i pacchi di sostegno alimentare alle famiglie indigenti, ma anche vestiario, scarpe, libri, giocattoli, materiale didattico e tutine per neonati, oltre a coperte e aiuti a chi ne ha bisogno. Requisito fondamentale, la generosità. Perché tutto ciò che non viene donato, va perduto.
«Secondo me per essere un volontario serve innanzitutto buona volontà – dice anche Luca Borioni, 23 anni, entrato in Croce rossa l’estate scorsa e impegnato nell’ambito sociale come operatore di pace – poi è un bell’ambiente, permette di conoscere tante persone e di fare del bene che è la spinta alla base di tutto. Sarebbe bello che anche altri ragazzi come me si avvicinassero al Gruppo giovani, perché poi una volta entrati a far parte della squadra si apre un mondo di possibilità». Stefano Silvi, un altro ragazzo del Gruppo Giovani, istruttore di cooperazione internazionale, è sbarcato lo scorso 16 novembre da una nave-quarantena di soccorso per i migranti. Una delle esperienze più forti cui i ragazzi del Gruppo giovani guardano con ammirazione.
«Da febbraio abbiamo sostenuto 23 famiglie – conclude il presidente Bravi – sia italiane che straniere, con bambini piccoli o con genitori che hanno perso il lavoro a causa del Covid. Abbiamo aiutato anche donne vittime di tratta. Sei famiglie hanno trovato sostentamento e lavoro, per cui adesso abbiamo attive 17 famiglie inviateci dall’Asp».