Jesi-Fabriano

Giovani e disagio, a Jesi il questionario: «Capire per intervenire»

Rivolto a chi ha fra gli 11 e 19 anni, «il Covid ha acutizzato problemi già presenti. Sempre più soffrono di sindrome della caverna, chiusi e lontani dalla socializzazione, con aumento di aggressività, disturbi alimentari, autolesionismo»

Marialuisa Quaglieri, Marisa Campanelli e Matteo Marasca

JESI – Il rapporto col tempo libero e coi social, i luoghi più frequentati, la musica, lo sport, i comportamenti a “rischio” e i condizionamenti. E poi gli oggetti – dallo smartphone al motorino – di cui si sente di non poter fare a meno, la soddisfazione o l’insoddisfazione per i servizi pubblici, i valori, le problematiche sociali avvertite come maggiormente presenti in città. Intorno a questi temi le 27 domande del questionario che, in forma anonima, Comune di Jesi e Asp, anche on line e attraverso i social, chiedono di compilare ai giovani fra gli 11 e 19 anni della città.

«Un progetto fortemente voluto, inteso in una prima fase a conoscere i bisogni e poi, nella successiva, a mettere in atto le iniziative conseguenti, sul fronte di quel disagio giovanile che si è fatto emergenza sempre più presente, tanto più a seguito degli effetti della pandemia» spiegano le assessore ai servizi sociali e alle politiche giovanili, Marialuisa Quaglieri e Marisa Campanelli nel presentare l’iniziativa.

Risultati da raccogliere di qui a maggio. «Il Comune ha voluto e finanziato il progetto, affidandolo ad Asp per l’attuazione – dice il presidente dell’Azienda servizi alla persona, Matteo Marasca – capire per poi intervenire è l’idea: con operatori strada e con iniziative mirate».

Ricorda Campanelli, psicologa di professione: «Il Covid ha acutizzato problemi già presenti. Sempre più i giovani che soffrono di sindrome della caverna, chiusi nelle proprie stanze e lontani dalla socializzazione. Un disagio che si fa attivo, con aumento di aggressività, disturbi alimentari, autolesionismo».

Dice Quaglieri: «Emergenza che è ormai di tutto il territorio, come possiamo vedere dalle cronache. Fondamentale una mappatura dei bisogni e dei disagi, per capire come e in quale direzione muoversi».