JESI – Sono rientrati nel paniere Istat del 2016, sono un business che riguarda oltre duemila imprese. Parliamo dei tatuaggi, decorazione corporea che si sta diffondendo sempre più nel nostro Paese. Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità sono circa il 12.8% le persone tatuate in Italia. Ogni tatuatore ha un suo stile, sono differenti i motivi che spingono a tatuarsi ed è anche cambiato l’approccio con cui si contatta un tatuatore. Se fino a qualche anno fa ci si basava sul passaparola, adesso internet assume un ruolo fondamentale. I tatuatori mettono immagini in rete e finiscono per essere conosciuti anche fuori dai confini cittadini. E’ il caso dello jesino Luca Testadiferro, 33 anni, che grazie alla rete è stato notato dal calciatore Pilippe Coutinho che gli ha pagato vitto e alloggio a Liverpool pur di essere tatuato dalla stessa mano di cui aveva visto le opere su Istagram.
Luca, questa storia dimostra quanto sia importante internet nel tuo lavoro..
«Non dico che internet sia fondamentale ma certo, conta molto perché offre una visibilità impensabile. Vedi proprio la storia di Coutinho: ha visto dei miei lavori su Istagram e mi ha contattato. Facile e immediato. Dieci anni fa questo non sarebbe mai successo a meno che non fossi stato un tatuatore di fama internazionale. Ovviamente non è semplice distinguersi, è lì che devi dimostrare di essere bravo».
Il tuo, infatti, è uno stile particolare..
«Lo chiamo Sketch proprio perché ricorda la bozza di un disegno, poi aggiungo una colorazione particolare con tinte piatte e delle linee che fuoriescono dai contorni. Danno quasi un effetto di movimento del tatuaggio infatti un sito li ha definiti “tatuaggi che vibrano sul corpo”».
Oltre a Coutihno quali altri personaggi ti hanno contattato tramite la rete?
«Diversi yuotuber come la Sabrigamer, Stefano Lepri (milioni di seguaci) che è venuto con un altro youtuber, Stefano Busci. Sono tutti ragazzi molto tranquilli nonostante una certa “importanza mediatica” per così dire. Si comportano come altri ragazzi della loro età (Lepri è un ’94, ndr) ed è stato piacevole tatuarli».
Quale è la tua formazione?
«Sono un perito informatico laureato in Scienze della Formazione, finito a fare i tatuaggi. Ho iniziato a disegnare con i graffiti poi ho smesso perché mi sono trasferito a Londra. Col tempo ho deciso di cambiare settore perché mi mancava uno sfogo artistico, ne sentivo il bisogno e mi sono avvicinato al tatuaggio».
Perché le persone si tatuano? «Per mille motivi: un ricordo, per dei familiari o semplicemente perché vogliono colorarsi. Io cerco, indipendentemente dal motivo che li spinge, a proporre qualcosa di unico e di diverso».
Luca collabora con il Tattoo Artist di Fabriano, il Kosta Dorika di Ancona e il Diamond Tattoo di Senigallia ma gira diversi studi in Italia dove si confronta con altri tatuatori.