Jesi-Fabriano

Grandine, danni a grano e mais in Vallesina

Coldiretti Ancona stima danni fino al 60% della produzione. Dal mese di maggio a oggi sono stati una decina i passaggi di maltempo che hanno portato grandine, con chicchi spesso di dimensioni di una pallina da golf, nelle vallate

Via Lotto
Maltempo, Vigili del Fuoco al lavoro in via Lotto a Jesi

La grandine di ieri, martedì 12 giugno, ma anche della scorsa settimana ha portato un’ondata di distruzione nelle campagne marchigiane. A farne le spese soprattutto le aree della Vallesina (Monsano e San Marcello) dove Coldiretti Ancona stima danni fino al 60% della produzione di grano e mais che si aggiungono a quelli registrati la scorsa settimana a Santa Maria Nuova. Dal mese di maggio a oggi sono stati una decina i passaggi di maltempo che hanno portato grandine, con chicchi spesso di dimensioni di una pallina da golf, nelle vallate.

«Un clima pazzo con i quali gli agricoltori devono convivere e che potrebbe trovare risposte nelle coperture assicurative se non fosse che le stesse sono al centro di ritardi che risalgono fino al 2015». Una denuncia rimarcata nei giorni scorsi sia da Coldiretti che da Asnacodi, l’Associazione Nazionale dei Condifesa, che ha manifestato a Roma davanti al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali contro le inefficienze burocratiche che bloccano milioni di risorse comunitarie.

«Occorre rendere le procedure più snelle – dice Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Ancona – sia per soddisfare le ingiustificabili attese degli agricoltori che hanno già scelto l’assicurazione come metodo di gestione aziendale, sia per quelli che guardano allo strumento ancora con perplessità. In un’epoca di così forte incertezza meteorologica, sarà sempre più necessario tutelarsi in maniera preventiva». Secondo i dati forniti dal Condifesa Ancona Macerata sono circa 1.200 le aziende che attendono rimborsi. Mancano all’appello un 40% dei premi del 2015 e un 70% di quelli 2016. Non pervenuti, ovviamente, quelli del 2017. Aziende agricole che lavorano nel settore dell’ortofrutta, dei cereali, dei seminativi e del vino e che rappresentano un 15/20% del valore produttivo delle due province.