JESI – Weekend di controlli interforze, come disposto dal Questore di Ancona Cesare Capocasa, per la verifica del rispetto della normativa anti-Covid 19 e la prevenzione dei fenomeni criminosi connessi alla “movida”. In azione, nel servizio interforze, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri.
Sono stati controllati 5 esercizi commerciali di somministrazione cibo e bevande: sono state verificate le previste certificazioni verdi in possesso dei clienti (189) e dei lavoratori (18). Ed è emerso un rispetto assoluto della normativa, tra lavoratori e avventori. Speciale attenzione è stata quindi rivolta alle aree del centro storico cittadino, che nelle scorse settimane avevano evidenziato criticità nei comportamenti connessi alla movida, con eccessi e abusi alcolici. Anche in questo caso, a fronte di un costante flusso di persone presenti, non si sono evidenziate criticità. Sia esercenti che residenti hanno dimostrato apprezzamento per l’attività di prevenzione posta in essere dalle Forze di Polizia nei continui servizi d’ordine pubblico, che appare aver dato nelle ultime settimane, maggiore tranquillità nelle loro occupazioni e nel riposo.
Anche i sopralluoghi del contingente impegnato presso alcuni circoli privati e discoteche di Jesi e Monsano non hanno evidenziato violazioni anche a fronte di notevoli flussi di giovani e giovanissimi. Una speciale attenzione preventiva è stata riservata nei confronti della sala giochi-ristorante-sala slot “Paradise playcenter” di Monsano, area speciale di concentrazione di famiglie, giovani e giovanissimi, dove è stato accertato un sostanziale rispetto delle norme anti-Covid 19 e di sicurezza. Ma durante un sopralluogo all’interno della sala slot (area riservata ai maggiori di 18 anni in possesso di green pass rafforzato in relazione alla presenza di servizio bar-ristorazione), il personale impiegato ha controllato un giovane che, alla vista delle divise, ha cercato di allontanarsi velocemente. Circostanza che ha indotto l’agente a capire il motivo di quella tentata fuga. Su richiesta dell’agente, il ragazzo ha mostrato una certificazione green pass ma il cui intestatario non corrispondeva con il vero documento di identità conseguentemente richiesto e fornito. Il giovane quindi, ha dovuto ammettere che quel green pass non era suo, ma di un suo amico che per l’occasione, glielo «aveva prestato». Pertanto, gli operatori hanno sequestrato il cellulare sul quale si trovava la certificazione impropria e denunciato il ragazzo per “sostituzione di persona” alla Procura di Ancona. Stessa denuncia, in concorso, sia per l’utilizzatore che per l’amico compiacente.