Jesi-Fabriano

I romani e l’addio a Totti nelle parole di uno jesino

Come vivono i romani l'addio del capitano Francesco Totti alla Roma? Lo abbiamo chiesto a uno jesino che vive e lavora a Roma

Murales dedicato a Francesco Totti (foto acquisita da Wikipedia)

JESI – L’ultima partita per Francesco Totti, storico capitano della Roma, ha toccato tutti gli appassionati di calcio. Ieri allo Stadio Olimpico, al termine della partita con il Genoa, ha salutato i suoi tifosi dopo ventotto anni di storia. «L’addio di Totti è stato un evento che io stesso ho sentito in maniera particolare» dice Andrea Albanesi, barista jesino nella Capitale da anni. A lui abbiamo chiesto di raccontarci come i romani stanno vivendo questa vicenda: «E’ un evento mediatico per tutto il mondo sportivo. A Roma Totti è considerato come un re. Scherzando posso dire che queste, moralmente, sono giornate di lutto». Che si dice nei bar, oltre al dispiacere? «Per lo più i tifosi sperano che rimanga nella società, magari come dirigente. Anche chi non è romanista spera che non lasci la società. Sicuramente c’è un grande attaccamento: Totti è nato e cresciuto a Roma e non ha mai vestito altre maglie per questo è un simbolo. Adesso per i tifosi l’importante è che non cambi maglia, che non vada in altre squadre in Europa ma non penso che Totti lo farà». Nella Capitale sono stati fatti anche dei murales:  «uno molto grande e uno più piccolo in cui è raffigurato come un imperatore. alla Garbatella e a Testaccio, roccaforti della Roma, sono spuntati striscioni come “Speravo de morì prima”. Capisco che per noi tifosi di una squadra fisicamente lontana sia difficile da capire ma l’addio di Totti è l’argomento di cui si parla da giorni, per i tifosi non è stato facile».

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