JESI – Identità sportiva e come comunicarla, il rapporto tra brand e sport come declinazione di «quello che pensiamo di essere e quello che gli altri vedono».
L’auditorium dell’hotel Federico II ha ospitato ieri, 3 marzo, l’interessante work shop “Sport Identity – La comunicazione sportiva dal branding ai social” nell’ambito della serie di eventi a margine della tre giorni di finale di Coppa Italia di basket – A2 e B – ospitate da Jesi e Fabriano.
Relatori Luca La Mesa, social media consultant di wengage, Carlotta Silvestrini, rebranding strategist, Graziano Giacani, ideatore del Brand Festival e direttore creativo di “Premiata Fonderia Creativa”.
Comune denominatore degli interventi la comunicazione sui social media, in ambito sportivo, che sono in continua evoluzione e che, quindi, vanno “affrontati” non solo rimanendo sempre aggiornati ma anche con l’approccio giusto, quello vincente.
«Il marchio – ha spiegato proprio Giacani – è il segno con il quale ci distinguiamo. Mentre la marca, il brand, “è quello che diranno di noi appena usciamo da una stanza”, quindi la comunicazione è il mezzo essenziale per arrivare a come vogliamo essere percepiti».
Come si comunica, allora, l’identità sportiva? Tenendo conto di tutti quelli che sono i protagonisti che le ruotano intorno, partendo dal tratto distintivo per coniugarlo con le dinamiche esistenti in un equilibrio che le dà forma.
E questi protagonisti sono la Società con risultati, storia, futuro, scelte, le persone, con manager, giocatori, tifosi, presidente, il territorio, città, nazione, progetti, palazzetto o stadio.
«Siamo diventati tutti creatori di contenuti – ha sostenuto La Mesa, reduce dalle recenti Olimpiadi invernali in Corea, il quale sui social media ha, tra l’altro, curato la Roma Calcio, Francesco Totti, Unilever, la Fipav, Fendi, Pirelli, Fifa World Cup in Brasile, mondiale superbike – e ci stiamo avviando a realizzarne in numero maggiore di quanto siamo in grado di leggerne. Il segreto? Ci vuole qualità, less is more, meno è di più».
Soltanto così si può attirare l’attenzione dell’utente «che viene a cercarci perché è importante saper emergere e diffondere la nostra idea oltre la nostra rete di contatti». La rilevanza del contenuto gioca in modo fondamentale in quanto l’attenzione è talmente bassa che vince soltanto chi sorprende. E il contenuto si migliora con la completezza dell’informazione data con la giusta tempistica.
«Poche pubblicazioni – ha ribadito Carlotta Silvestri – ma vincenti per un lavoro qualitativamente alto che alla fine paga e premia».