JESI – Quarantadue anni di coraggio, mesi trascorsi ad indignarsi, a combattere un silenzio che si era fatto legge in una Argentina pronta a scrivere le pagine più nere della sua storia. Dalla dittatura del silenzio e della paura nascono le Madri di Plaza de Mayo: donne che dopo il golpe militare del 1976 si misero alla ricerca dei propri figli “desaparecidos”.
Nora Cortiñas è una di loro, ospite nella sala consiliare del Comune di Jesi ha raccontato con passione e lucidità l’impegno e la lotta delle “Madres”: «Non è la prima volta che vengo in Italia – ha detto Nora – per portare avanti il lavoro di ricerca di verità e giustizia. La dittatura argentina oltre ai desparecidos, ha torturato ed esiliato migliaia di persone. Tanti i bambini nati in carcere e adottati che nulla sanno delle loro origini. Per la verità, la giustizia e la memoria, ogni giovedì torniamo a manifestare in Plaza de Mayo e in tutto il mondo raccontiamo le storie dei nostri figli. Siamo solidali con tutte le mamme dei popoli sottomessi che vivono il nostro stesso dolore e per questo ci preoccupa molto quello che succede in Siria».
Le Madres sfidarono il potere, testimoniarono e denunciarono pubblicamente, in un Paese occupato dalle proprie forze armate: «Nelle piazze chiedevamo “Donde estan?”, dove sono i nostri ragazzi. Ci chiamarono “pazze”, nel tentativo di screditarci, qualcuna è stata arrestata, altre donne assassinate ma non ci siamo fermate». Nora ha raccontato l’origine del fazzoletto che contraddistingue le Madres: «Eravamo ad una manifestazione in Argentina con altre persone e abbiamo sentito il bisogno di far vedere che c’eravamo anche noi, così abbiamo messo un pezzo di stoffa sulla testa (che all’epoca era usato come pannolino per i bambini, ndr)». Accanto a lei anche Karim Franceschi, il combattente senigalliese che ha combattuto l’Isis a Raqqa, a Kobane e in altre città tra le fila dell’Ypg, le forze di liberazione curde, pronto a ripartire per la Siria: «Il dolore delle madri argentine è quello delle madri che si sono viste strappare i figli durante la primavera araba, famiglie a cui è stato detto che quei ragazzi non li avrebbero più visti».
Dedicata alle “Locas”, le pazze, come erano state chiamate le Madres dal regime nel tentativo di screditare il loro movimento, la canzone del consigliere Francesco Coltorti che ha cantato la disperata ricerca della verità e le manifestazioni in Plaza de Mayo.
Saluti anche da parte della Consulta per la Pace di Jesi con Mirella Argentati: «Abbiamo ascoltato lo scorso gennaio il racconto della mamma di Giulio Regeni, un’altra donna cui è stata ucciso suo figlio. Dove manca il rispetto dei diritti umani chiediamo verità e giustizia e alle madri di tutto il mondo diciamo di non darsi mai per vinte». Nei prossimi mesi Nora incontrerà le madri per la pace del Kurdistan, le madri di quanti nel nord della Siria stanno resistendo contro la violenza dell’Isis prima e della Turchia ora nel silenzio assordante della comunità internazionale. Nei prossimi giorni Nora porterà la sua testimonianza anche a Roma, Venezia e Torino.