JESI – È l’unica impresa nelle Marche ad aver ricevuto il massimo livello di rating, le 5W, come Pmi campione di welfare aziendale. Stiamo parlando della Cbm Srl di Jesi, azienda da trent’anni specializzata nel settore dell’allevamento agricolo con particolare attenzione alla sostenibilità, al benessere dei dipendenti con la missione di garantire all’animale delle migliori condizioni igienico sanitarie.
Una visione condivisa con convinzione dai tre soci della Cbm: Fulvio Fileni responsabile tecnico, Federico Fileni responsabile di produzione e Catia Vignaroli responsabile amministrativa. Il loro impegno è stato riconosciuto lo scorso 6 dicembre a Roma, presso il Palazzo della Cancelleria, dove si è tenuta la settima edizione del Welfare Index PMI 2022, l’iniziativa di Generali che premia i modelli di business sostenibili che quest’anno ha assegnato a 121 imprese Welfare Champion italiane il massimo rating 5W (erano 22 nel 2017) che indica il presidio e l’innovazione in tutte le aree di welfare. Fulvio Fileni è salito sul palco, come rappresentante della Cbm Srl, per ritirare l’ambito riconoscimento e non senza emozione ha dichiarato che «Il welfare è un volano in grado di far crescere la produttività, il nostro coinvolgimento quasi sempre è ripagato da una rinnovata dedizione alla mission aziendale in grado di aumentare efficienza e sostenibilità».
La Cbm Soc. Agr. a r.l. nasce nel settembre 1993 ed opera con il Gruppo Fileni di Cingoli (Mc) attraverso un contratto di soccida, dove il soccidante (Gruppo Fileni) si impegna a fornire il pulcino, il mangime e l’assistenza sanitaria; il soccidario (C.B.M. S.r.l.) oltre che apportare le strutture mette a disposizione riscaldamento, manodopera, e quant’altro serva per il buon accrescimento dell’animale. L’obiettivo è quello di ottimizzare tutti i fattori produttivi, dalle strutture produttive all’impiantistica, dalla gestione del personale agli altri fattori strategici: in primis l’energia, cercando di abbattere i costi di produzione, ottenere le migliori performance produttive, rispettare l’ambiente e le sempre più stringenti normative in campo igienico-sanitario e, attraverso un attento controllo di filiera, produrre in relazione alle attese del mercato con particolare attenzione alle garanzie verso il consumatore finale con la trasparenza, la bontà e la salubrità del prodotto commercializzato.
Dati presentati all’evento di Roma confermano che oggi il welfare aziendale ha raggiunto un alto livello di maturità e continua a crescere la consapevolezza del ruolo sociale nelle pmi: oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello base di welfare aziendale. Raddoppia inoltre il numero di pmi con livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. Oggi il welfare aziendale non è più solo appannaggio delle grandi imprese, ma anche delle microimprese.
La quota di imprese con livello elevato di welfare, è massima (70,7% nel 2022 vs 64,1% nel 2017) tra quelle con oltre 250 addetti e molto rilevante (66,8% vs 59,8% nel 2017) nelle pmi tra 101 e 250 addetti. Raddoppiano le microimprese (da 6 a 9 addetti) con un livello elevato di welfare che passano dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022. L’incremento è dovuto in buona parte alla semplificazione delle normative e alle risorse pubbliche stanziate per la protezione sociale, incoraggiando le aziende, anche le più piccole, a impegnarsi a propria volta a sostegno delle famiglie.
Le 121 aziende premiate rappresentano storie straordinarie di imprese che si sono impegnate su temi rilevanti per il paese. Si tratta di realtà che hanno messo in atto numerose iniziative in diversi ambiti del welfare aziendale, dimostrando capacità gestionali e impegno economico-organizzativo elevati, contribuendo a generare impatti sociali significativi sulle comunità interne ed esterne ad esse.