Jesi-Fabriano

Inaugurato il giardino terapeutico al Parco Murri dono del Lions Club Jesi (LE FOTO)

L'healing garden, di 400 metri quadrati, concepito per portare beneficio ai pazienti e a chi li assiste. Un contatto con la natura che libera dallo stress. In vista di una riqualificazione complessiva di tutta la zona verde, di quattro ettari, e dell'edificio

Giardino terapeutico Murri
L'inaugurazione con lo scoprimento della targa da parte del presidente del Lions Club, Luciano Goffi, accanto a lui Enzo Giancarli e Alessandro Marini

JESI – Il Parco Murri dispone da oggi, 21 giugno, del proprio healing garden, vale a dire del giardino terapeutico realizzato dal Lions Club Jesi e intitolato – lo si legge nell’apposita targa – al fondatore del sodalizio, Melvin Jones (1879 – 1961).

All’inaugurazione erano presenti oltre a diversi soci, il presidente Luciano Goffi, il direttore dell’Asur Marche, Alessandro Marini, la direttrice sanitaria dell’Asur, Nadia Storti, il consigliere regionale e componente della commissione sanità, Enzo Giancarli,  la direttrice sanitaria del “Carlo Urbani”, Virginia Fedele, Marco Candela, direttore della medicina interna di Jesi e direttore del dipartimento medico dell’Area Vasta 2, l’architetto Sergio Bonelli che, insieme all’ingegner Clito Bartolini, ha progettato il giardino.

Un giardino che si estende per circa 400 metri quadrati su un’area del parco di 4 ettari e che vuole essere un primo, importante passo, verso la funzionalità dell’intero parco per le terapie all’aperto.

L’healing garden, infatti, rappresenta una delle cure palliative più importanti per i malati, con rilevanti effetti curativi che derivano dal contatto con la natura.

«Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo traguardo che per noi significa servizio verso la comunità e averlo potuto dedicare al nostro fondatore» ha rilevato Goffi, mentre per Giancarli si tratta di «Leggere questo primo intervento come passo propedeutico al totale recupero del Murri, in un contesto di integrazione con il vicino ospedale legato al post acuzie che qui può essere realizzato».

Alessandro Marini ha sostenuto che «Tutto ciò simboleggia la nostra volontà di ritornare ad abitare questi spazi e bisogna essere riconoscenti al Lions Club per questa realizzazione». Anche Marco Candela ha sottolineato che «Si tratta di una prima pietra, ma questo spazio aperto porterà beneficio ai pazienti e a chi li assiste, un vero e proprio supporto psicologico».

Un luogo per liberarsi dallo stress, ha spiegato l’architetto Bonelli, con i suoi angoli composti dagli odori e dai colori, con i fiori che sbocceranno. Un posto per ricreare emozioni.

Si è trattato, comunque, di un intervento complesso nella fase di approccio, in quanto l’area è protetta dalla Soprintendenza, progettata per essere ristoro al sanatorio che esisteva. Si è proceduto con il liberare le piante dalle loro parti secche, se n’è dovuta abbattere una che era pericolante, piantati melograni e fornito un nuovo impianto di irrigazione perché l’acqua scarseggiava.

Un piccolo spazio che ritorna fruibile guardando a un futuro che sappia portare a una bonifica complessiva del parco e dell’edificio.