JESI – Ponte San Carlo chiuso al traffico, stamattina, 17 ottobre, per più di tre ore a causa del tragico incidente stradale nel quale ha perso la vita un 78enne jesino, M.C., che abitava a pochi metri dal luogo del sinistro.
L’uomo, intorno alle 9.30, stava percorrendo il ponte in direzione centro città, quando è stato travolto e nell’impatto è finito violentemente a terra. Due le auto coinvolte, una Lancia Musa, al volante della quale c’era C.B., una 38enne di Santa Maria Nuova, e una Mercedes Cls 320, guidata da G.M., 68 anni di Macerata.
Le due autovetture sono state poste sotto sequestro.
Sulla dinamica, comunque, al lavoro la Polizia Locale, intervenuta quando è scattato l’allarme insieme al 118 con ambulanza della Croce Verde e automedica e l’ausilio dell’eliambulanza che si è alzata in volo da Torrette. Sul posto veniva anche effettuato un massaggio cardiaco per tentare tutto il possibile ma non c’è stato, purtroppo, niente da fare.
I rilievi si sono protratti per l’intera mattinata mentre il ponte veniva chiuso al traffico veicolare all’altezza della rotatoria delle vie Marconi e Ricci e quella, oltre il fiume, delle vie Marconi, Misa e Piandelmedico.
Auto deviate tutte sulla superstrada, anche chi doveva recarsi a pochi passi dal ponte stesso.
Sull’asfalto, dopo la rimozione del corpo, è rimasta ancora per un po’ la bicicletta, una vecchia Atala rossa con la ruota posteriore completamente deformata, il manubrio inservibile e con un sacchetto di plastica adagiato al portapacchi contenente un k-way.
Ma anche detriti delle due auto, che hanno riportato danni sulla parte destra, la Lancia allo specchietto retrovisore, la Mercedes al paraurti.
Appresa la notizia la consorte della vittima, giunta sul posto, ha accusato un malore, rendendo necessario l’intervento dei sanitari presenti. Poi è stata la volta del medico di famiglia, Carla Cristofanelli, che doveva recarsi, dopo mezzogiorno, nell’abitazione della signora e non riuscendo a passare con l’auto ha chiesto, con voce rotta dall’emozione agli agenti della Polizia Locale, il permesso per farlo, mentre incredula e addolorata osservava le macchie di sangue rimaste a terra e sul bordo del marciapiede.