JESI- Infortunio mortale sul lavoro alla Stazione Ferroviaria di Jesi, la Procura di Ancona sta indagando per capire se vi siano responsabilità da parte dell’operaio alla guida del mezzo meccanico che ha travolto e ucciso Pasquale Barra, 55 anni di Afragola.
Per questo il Pm Ruggiero Dicuonzo ha aperto un fascicolo per “omicidio colposo”. Il “caricatore”, l’escavatore meccanico del peso di circa 70 tonnellate che marciando su binario ha investito la vittima, è stato posto sotto sequestro giudiziario, così come l’intero cantiere edile allestito dalla ditta “CMC-Centro Meridionale Costruzioni” di Casoria per la riqualificazione delle banchine e l’abbattimento delle barriere architettoniche alla Stazione ferroviaria jesina.
Il magistrato ha anche disposto un’autopsia sulla salma di Barra per stabilire con chiarezza le cause del decesso ed escludere l’eventuale ipotesi di un malore durante il lavoro proprio negli istanti che hanno anticipato l’investimento mortale. Il collega alla guida del caricatore, sotto choc, avrebbe detto agli investigatori di non aver visto il 55enne, forse chinato per prendere delle misure o forse caduto sui binari. Gli agenti del Commissariato di Polizia, diretti dal dirigente Mario Sica, stanno lavorando per rimettere insieme i pezzi di questa tragedia sul lavoro, la prima dell’anno appena iniziato ma che solleva l’indignazione delle sigle sindacali, subito intervenute.
«Esprimiamo la nostra vicinanza, in un momento così triste e drammatico, alla famiglia dell’operaio morto sul lavoro presso la stazione ferroviaria di Jesi – scrive la Uil di Jesi – al tempo stesso vogliamo esprimere anche tutta la nostra rabbia per l’ennesima vittima sul lavoro, una delle prime per questo nuovo 2021. Inutile dire che di fronte a queste sciagure occorre non abbassare la guardia, fare controlli, perseguire l’adozione di tutti i sistemi di sicurezza: lo diciamo ogni volta che ci si trova di fronte ad un infortunio sul lavoro. Le parole e le denunce, oltre alla mobilitazione, che come sindacato siamo soliti esternare in momenti simili risultano vane se poi ogni volta, passata qualche settimana, ci si dimentica dei lutti e si ritorna ad operare come prima, come se non fosse accaduto nulla. Esigiamo più controlli, severi e puntuali ma costanti – insistono i sindacalisti della Uil – così come esigiamo che si lavori molto di più sulla cultura della sicurezza, che a nostro avviso è la vera chiave di volta per scardinare questo infernale meccanismo di morte sul lavoro.
Stessa cosa vale per i contratti applicati, le ore di lavoro svolte, le ore ed i turni di riposo; tutti fattori che incidono pesantemente sui livelli di sicurezza. Soprattutto va chiarito una volta per tutte che la sicurezza non deve essere vista come un costo, ma come un’opportunità, altrimenti continueremo a piangere l’ennesima vittima di infortunio sul lavoro».
Anche la Fillea Cgil e la Filt Cgil di Ancona esprimono cordoglio e rammarico per quanto accaduto. «L’anno è appena iniziato e già si conta il primo incidente mortale nella provincia di Ancona con l’operaio travolto sui binari della stazione ferroviaria di Jesi – scrivono le sigle – la dinamica dell’incidente non è ancora chiara e, comunque, non spetta al sindacato entrare nel merito della questione. Piuttosto, Fillea Cgil e Filt Cgil di Ancona sollecitano il rispetto dei protocolli sottoscritti tra il Ministero delle Infrastrutture e Rfi, relativi alla gestione e assegnazione degli appalti per le ferrovie. Il sindacato è vicino alla famiglia del lavoratore rimasto vittima dell’ennesimo infortunio sul lavoro in un settore, quello edile, tra i più colpiti nella provincia e nella regione».