JESI– Insulti razzisti in campo. È successo di nuovo, dopo l’episodio del 16 gennaio durante una partita del Campionato nazionale di serie C di calcio femminile tra il Vicenza e la Jesina calcio. Stavolta, bersaglio delle offese per il colore della pelle, è stato un giocatore 13enne della società Nuova Folgore durante la partita di sabato pomeriggio del “Campionato Giovanissimi Regionali U15-Girone B” al campo del San Sebastiano. Pesanti gli insulti provenienti dalla zona dove si trovavano gli jesini, sostenitori della squadra Aurora Calcio che giocava in casa e che è uscita doppiamente perdente, per il 2 a 1 incassato ma anche per questo episodio, valso ai leoncelli un’ammenda di 500 euro. Per tutto il match qualcuno ha rivolto insulti razzisti verso il giocatore 13enne della Nuova Folgore. Il ragazzino tuttavia ha continuato a giocare, ma quelle offese «sei un negro, sembri una scimmia» erano pesanti come macigni.
L’arbitro nel suo referto oltre a validare il match con il risultato di 2 a 1 per la Nuova Folgore, ha annotato anche gli insulti. Il giudice sportivo ha comminato una multa di 500 euro alla società jesina e nella motivazione ha riportato: «perché alcuni sostenitori hanno rivolto espressioni di stampo razzista nei confronti di un giocatore della squadra avversaria». La società Aurora Calcio, prendendo le distanze da quell’atteggiamento stupido, ha prontamente inviato le sue scuse al giocatore e alla società sportiva Nuova Folgore. Fermo l’impegno dei dirigenti jesini a far luce sulla vicenda e a rintracciare il responsabile o i responsabili del vile comportamento.
«Siamo rammaricati – ci spiega il vice presidente Aurora Calcio David Branchesi – quanto accaduto va nella direzione opposta a quello che facciamo quotidianamente per i nostri ragazzi. La nostra priorità come società sportiva non è quella di sfornare campioni, se vengono i risultati tecnici tanto meglio, ma noi ci concentriamo sui ragazzi e sulla loro crescita: vogliamo formare ragazzi e uomini che sappiano stare insieme. Stiamo ricostruendo quanto accaduto sabato, possiamo affermare che è un gesto isolato e che non appartiene alla nostra tifoseria anche perché parliamo di un settore giovanile e dire tifoseria non sarebbe adeguato. La Società, che prende le distanze ed esprime il suo più vivo rammarico, si sente parte lesa in questa spiacevole vicenda. Ho chiamato io stesso la Nuova Folgore per scusarmi a nome di tutti per quanto accaduto. Faremo luce sull’episodio, convinti che non basti punire ma serva anche far comprendere la stupidità di questo gesto che danneggia tutti noi: non solo per l’ammenda che va a incidere su una piccola società che vive di volontariato, ma soprattutto per l’immagine sbagliata che viene data. Tra i nostri oltre 400 tesserati – continua il vice presidente – abbiamo tantissime nazionalità, ci sono ragazzi disabili (che giocano nella squadra degli Insuperabili), altri che fanno parte di cooperative sociali, abbiamo ragazzi ucraini che hanno potuto giocare grazie alla società che si è fatta carico delle iscrizioni e ai genitori degli altri ragazzini che hanno portato le scarpe e il vestiario. Da noi gioca chi ha voglia, indipendentemente se ne ha le possibilità economiche. Indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione professata. Siamo tutti uguali. E lavoriamo per questo: favorire l’inclusione e la gioia di giocare insieme. Chi ha pronunciato quelle offese ferisce anche noi, nell’orgoglio e nell’anima, per quello che quotidianamente facciamo per andare nella direzione esattamente opposta. Comunque – conclude Branchesi – ci sarà da monito per alzare ancora l’asticella dell’attenzione, del dialogo e per parlare ancora di più di inclusione».
L’episodio arriva dopo pochi giorni dal grave fatto analogo avvenuto a Osimo in cui erano stati rivolti pesanti insulti (stavolta sessisti e discriminatori) verso un arbitro donna durante la partita tra Osimo Stazione e l’Atletico Mondolfo Marotta (terminata 0-3) del campionato di Promozione, girone A. Per quegli insulti la società Osimo Stazione è stata multata con un’ammenda di 600 euro.