JESI – «I giocatori sono stati sempre uniti. Compatti, anche nelle difficoltà, trovando ogni volta la forza di darsi una mano. Il merito è di tutti quelli che ci hanno lavorato, dal massaggiatore a Mancini». Parola di Aldo Mancini, il padre del Ct azzurro Roberto, dopo il successo degli azzurri agli Europei.
«Si è visto quello che vale Roberto» dice Aldo del lavoro compiuto dal figlio in tre anni alla guida della Nazionale italiana di calcio. «Ha riportato in tutti l’amore per la Nazionale che non c’era più» spiega Aldo Mancini, ancora oggi impegnato sui campi di calcio, come dirigente della Junior Jesina la cui scuola calcio è intitolata appunto a Roberto Mancini.
Il Mancio jesino ha aggiunto il suo nome alla élite dei Ct azzurri che hanno fatto esultare la Nazionale: Vittorio Pozzo (Mondiali del 1934 e del 1938 e un oro olimpico), Ferruccio Valcareggi (Europeo 1968), Enzo Bearzot (Mondiale 1982), Marcello Lippi (Mondiale 2006). Prolungato poco prima degli Europei il suo contratto con la Federcalcio fino al 2026, Mancini con la finale di Wembley contro l’Inghilterra vinta ai rigori (e che per le statistiche conta come pareggio) è a 34 partite consecutive senza sconfitte da commissario tecnico. Record assoluto che aveva strappato già a quota 30 a Vittorio Pozzo, di cui pure aveva superato, con undici, la striscia di nove vittorie di fila.
L’Europeo riconquistato dall’Italia dopo 53 anni riallaccia da tecnico quel filo che il Roberto Mancini giocatore non era riuscito a tendere a pieno con la maglia azzurra. «Nel pallone ci sto dal ’49- dice Aldo– le partite di Roberto calciatore in Nazionale le ho viste tutte. Le 36 presenze con la maggiore e quelle nell’Under 21. Le posso raccontare per filo e per segno. Questo di importante lui ha portato come allenatore: l’attenzione per tanti giocatori giovani, bravi. E se c’è chi merita, allora gli va dato spazio, anche se a lasciarglielo devono essere i più grandi».
Intanto il sindaco Massimo Bacci dice: «Alla festa ancora non ci abbiamo pensato ma credo sinceramente vada fatta. Per ringraziare Roberto Mancini non solo del risultato sportivo ma anche dello straordinario veicolo di conoscenza che è, per le Marche e per Jesi».