JESI – Dieci ore di attesa in carrozzina nella sala d’aspetto del pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani, per una 75enne operata anni fa di tumore e caduta in casa sabato scorso. È il marito della donna a raccontare quanto accaduto, con vicino il dottor Franco Iantosca, amico di famiglia, per 40 anni medico proprio nell’ospedale di Jesi e già animatore del Comitato di difesa della sanità cittadina.
Spiega l’uomo: «Mia moglie alcuni anni fa è stata operata per un tumore e, da allora, si alimenta tramite Peg, con un sondino per la nutrizione artificiale. Sabato scorso è caduta in casa e ha battuto la tempia, per questo ci siamo recati al pronto soccorso. L’ho portata io, in macchina, evitando di chiamare l’ambulanza». Prosegue il racconto: «Siamo entrati alle 13,20, mia moglie si era ferita e sanguinava. Alle 13,45 l’accettazione, lei ha ricevuto una prima medicazione e le è stato assegnato un codice verde. A quel punto è iniziata una lunga attesa, nonostante età e condizioni generali di salute di mia moglie. Con lei seduta in carrozzina, non abbiamo più ricevuto notizie fino a sera, anzi abbiamo anche visto persone molto più giovani e a mio parere con minori necessità e urgenza, passarci davanti. Teniamo anche conto che, col passare delle ore, mia moglie ha via via saltato tutti i pasti che deve assumere a scadenze e orari fissi».
Solo a notte l’esito. «Tra le 22 e le 23, finalmente a mia moglie hanno messo dei punti per la ferita ed è stata fatta una Tac per accertamenti con la Tac. Dal pronto soccorso dell’Urbani siamo riusciti ad uscire per tornare a casa alle 23,30 della sera Ci siamo rivolti al dottor Iantosca, per fare in modo di riuscire a far emergere quanto accaduto».