JESI – Quasi 22 mila tonnellate. È il peso complessivo dei rifiuti raccolti nel 2017 in città dalla società pubblica Jesiservizi, che si occupa dell’igiene urbana. Di questi, poco più di 7mila tonnellate sono finiti nel cosiddetto indifferenziato, dunque alla discarica la Cornacchia di Moie di Maiolati Spontini. Si è raggiunta pertanto una percentuale di raccolta differenziata del 66,9%. Tutto ciò che non può essere recuperato, infatti, diventa un costo per via dello smaltimento. Per esemplificare ulteriormente, un imballo di plastica gettato nel contenitore grigio è un onere per il Comune, che lo “scarica” sulla tassa rifiuti dovendo portarlo in discarica, mentre lo stesso imballo conferito correttamente nel contenitore giallo diventa una risorsa, in quanto il Municipio guadagna nel rivenderlo ai consorzi che si occupano di riciclo.
I rifiuti biodegradabili da cucine e mense hanno raggiunto quota 3.300 tonnellate, mentre i compostabili si sono fermati a 2.300 tonnellate. Subito dietro carta e cartone (1600 tonnellate), vetro (1.400 tonnellate) e imballi di materiale misto. Vi sono inoltre 1000 tonnellate di legno, 120 tonnellate di tv, monitor e frigoriferi, 3 tonnellate a testa di medicinali e di batterie stilo e pure 600 chili di toner e cartucce per stampanti. Settecento le tonnellate di plastica raccolte, 406 quelle di calcinacci e altro materiale di cantiere. Quasi cento le tonnellate di piccoli e grandi elettrodomestici, e addirittura 145 tonnellate di abbigliamento, stesso peso del metallo, oltre a 571 tonnellate di rifiuti derivanti da spazzamento stradale avviati a recupero.
I materiali differenziabili (vetro, carta, plastica, etc.) sono gestiti da Consorzi nazionali, che scelgono dove conferirli, mentre l’organico nel 2017 è stato preso in carico dall’Ata Rifiuti, che bandisce una gara per individuare l’impianto di destinazione. Si ragiona, intanto, sull’opportunità del biodigestore alla Coppetella.