Jesi, oltre 500 in corteo contro la violenza di genere
Jesi-Fabriano

Jesi, oltre 500 in corteo contro la violenza di genere. «Accendiamo una luce. Facciamo rumore»

La manifestazione, nata dall'idea di un gruppo di giovani ragazze e ragazzi di Jesi, supportata da Amnesty e Fidapa, ha raccolto l'adesione di circa trenta tra realtà del territorio, associazioni, partiti, sindacati e movimenti, con una ampia e trasversale risposta

Jesi, oltre 500 in corteo contro la violenza di genere. «Accendiamo una luce. Facciamo rumore»
Jesi, oltre 500 in corteo contro la violenza di genere. «Accendiamo una luce. Facciamo rumore»

JESI – In oltre cinquecento in corteo, dall’Arco Clementino a Piazza della Repubblica lungo Corso Matteotti, con fiaccole e luci e il rumore delle chiavi, per dire basta alla violenza di genere. Ieri sera 28 aprile in centro la manifestazione che, nata dall’idea di un gruppo di giovani ragazze e ragazzi di Jesi, supportata per la parte logistica e organizzativa da Amnesty Antenna Jesi e Fidapa Bpw Italy – sezione di Jesi e partecipata dall’adesione di circa trenta tra realtà del territorio, associazioni, partiti, sindacati e movimenti, ha raccolta una ampia e trasversale risposta. «Accendiamo una luce. Facciamo rumore», il messaggio lanciato dall’appuntamento, senza simboli o bandiere, come era stato richiesto dagli organizzatori.

Al corteo, preceduto da uno striscione bianco sul quale lasciare poi il proprio no alla violenza, il sindaco Lorenzo Fiordelmondo: «Un sentito ringraziamento a chi ha pensato e organizzato questa iniziativa e a chi, ogni giorno, sul nostro territorio, è accanto a chi subisce violenze di genere. Grazie per questo “chiasso civile”. Credo sia fondamentale esserci, ogni volta che si prova a far sentire la voce di chi non può più farlo. Il femminicidio rappresenta solo la punta dell’iceberg di una violenza degli uomini sulle donne che comincia molto prima. E che è una questione di possesso e anche di linguaggio. È importante che esistano leggi che riconoscano e tutelino le vittime, ma è ancora più importante che la società e lo Stato intervengano prima, attraverso l’educazione, il cambiamento culturale, la decostruzione degli stereotipi figli di una cultura patriarcale».

In Piazza della Repubblica, dove si è infine raccolto il corteo, le parole e le testimonianze di troppe storie di violenza e di cronaca alla ribalta. «La violenza di genere è un fenomeno globale e diffuso, che non risparmia alcun contesto geografico, sociale, economico e culturale, nemmeno il nostro territorio – avevano spiegato gli organizzatori – dal 2007 ad oggi lo Sportello Antiviolenza Casa Delle Donne di Jesi ha accolto e sostenuto oltre Seicento donne e giovani donne nel loro personale percorso di consapevolezza e uscita dalla violenza maschile. Le donne e le ragazze che si rivolgono alla Casa Delle Donne sono in costante aumento e c’è una crescita notevole anche per le segnalazioni di casi di violenza da parte di terzi che chiedono informazioni e consigli su cosa poter fare per aiutare chi è vittima di violenza di genere».

Tra le realtà che hanno aderito alla manifestazione, Casa delle Donne, Rete femminista Marche molto più 194, Avis Jesi, Croce Rossa Italiana – Comitato di Jesi, Fondazione Padre Oscar Caritas Jesi, Legambiente Circolo Azzaruolo Jesi ,Partito Democratico di Jesi, Jesi In Comune, Con Senso Civico, Giovani Democratici – Circolo Vallesina, Anpi Jesi, Istituto Gramsci Marche – Sezione di Jesi, Giovani 5 stelle Jesi-Fabriano, Punto rosso U. Terracini, Rotary Federico II, Lions Club Jesi, Soroptimist Jesi, Rotary Club Jesi, Italia Nostra Jesi, Martedì alla casa del popolo, Fiab Vallesina, JesiClean, Fondazione Michele Scarponi, Iom Jesi Vallesina Macerata, Comitato Democrazia Costituzione – Jesi, Spazio libero, JesiAmo, CGIL, CISL, UIL, Rinascimente, Consulta nuove generazioni del Comune di Jesi e Italia Cuba Circolo Senigallia, Casa delle Donne Sportello Antiviolenza e Casa delle Culture.