JESI – La prospettiva di avere importanti utili su un investimento iniziale in un nuovo istituto di credito sito in Inghilterra è stata la leva per far cadere in trappola un pensionato jesino di 80 anni, truffato per oltre 64mila euro.
L’anziano era stato contattato ad agosto 2020 da un numero con prefisso internazionale. L’interlocutore presentatosi come consulente di un istituto di credito con sede in Inghilterra, gli proponeva un investimento con la prospettiva di lauti utili. La vittima accettava per cui, a partire dal mese di agosto 2020 fino a novembre 2020, ha versato a mezzo bonifici la somma complessiva di 64.250 euro.
Poco tempo dopo, volendo ritirare la somma investita con i relativi interessi, ha tentato di contattare il consulente creditizio senza tuttavia ricevere alcuna risposta. I numerosi tentativi andati a vuoto lo hanno indotto a pensare che poteva trattarsi di un raggiro, allora si è rivolto al Commissariato di Jesi per presentare querela per truffa.
A novembre dello scorso anno, l’80enne è stato contattato telefonicamente da un numero con prefisso internazionale. L’interlocutore, lo informava della possibilità di recuperare il capitale investito nel 2020, pagando la somma complessiva di 23.000 euro per le spese legali e tasse. Speranzoso di riavere la somma investita, l’ignaro investitore ha dunque effettuato altri due bonifici. Contattato l’operatore col quale aveva definito le modalità di pagamento, dopo averlo avvisato degli avvenuti bonifici, in tutta risposta si vedeva avanzare l’ulteriore richiesta di 6.000 euro senza una plausibile motivazione. Capiva d’essere stato nuovamente truffato e ha chiesto aiuto in Commissariato, dove ha sporto querela.
Gli accertamenti investigativi eseguiti dagli agenti della Polizia giudiziaria – sotto il coordinamento del dirigente vice questore Paolo Arena – hanno consentito di risalire all’intestatario del conto corrente legato all’iban sul quale erano stati accreditati i soldi: una donna peruviana di 47 anni residente a Torino. Anche l’utenza cellulare indicata nel contratto di apertura del conto corrente, risultava intestata alla stessa donna. Pertanto, la donna è stata denunciata all’autorità giudiziaria competente per truffa.