JESI – Ponte San Carlo delimitato da barriere in cemento. Come annunciato, il Comune ha installato gli impedimenti fisici ai mezzi pesanti al fine di far rispettare il divieto di transito per i mezzi superiori alle 3,5 tonnellate.
Dopo oltre 3 mesi dall’istituzione del provvedimento continuavano infatti ad arrivare segnalazioni da parte dei residenti del quartiere di veicoli pesanti di passaggio. «La Polizia Locale non riesce a garantire un controllo della zona 24h su 24 – ha spiegato la Giunta – e i controlli effettuati costantemente sulla struttura evidenziano un avanzamento, seppur lento, del degrado. La preoccupazione dei residenti è pertanto legittima e giustificata poiché la trasgressione al divieto di transito istituito potrebbe causare, in ragione delle condizioni statiche del Ponte in esame, situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità».
Il professionista incaricato di verificare lo stato di salute del ponte è stato categorico: «Vi è uno stato di conservazione del manufatto piuttosto compromesso – scrive l’ingegner Luigino Dezi – causato essenzialmente dalla prolungata esposizione agli agenti atmosferici della struttura portante ed alla mancanza di interventi di manutenzione, che hanno prodotto il diffondersi di estesi fenomeni di ossidazione nelle armature metalliche, che in alcuni casi, in particolare per quanto riguarda le staffe all’intradosso delle travi, ne hanno portato alla rottura». L’analisi sismica complessiva ha altresì evidenziato indicatori di sicurezza piuttosto bassi tanto che il medesimo tecnico, alla luce delle verifiche con i carichi da traffico e dello stato di degrado osservato, ne ha consigliato per l’appunto di limitare il transito dei mezzi pesanti.
Per ricostruirlo servono 4 milioni di euro, cifra che il Comune non riesce a reperire. A tale proposito il sindaco Massimo Bacci sta incalzando regione e governo a fornire un supporto economico adeguato.