JESI- Forse un regolamento di conti, una rapina finita nel sangue o la riscossione violenta di denaro per una questione di droga non pagata. Su queste ipotesi stanno lavorando gli agenti del Commissariato di Polizia di Jesi e della Squadra mobile di Ancona per far luce sulla violenta aggressione consumata ieri pomeriggio all’Arco Clementino, vicino alla fermata dell’autobus poco prima della discesa di via Roma, in pieno centro di Jesi.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, sembra che alcuni giovani sudamericani abbiano aggredito un ragazzo nigeriano di 20 anni residente a Morro d’Alba, colpendolo alla schiena con cinque fendenti che gli hanno perforato un polmone. Il ragazzo, stramazzato al suolo, è stato soccorso dai sanitari dell’automedica del 118 e della Croce verde ed è stato portato al Pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette in codice rosso. Le sue condizioni sono gravi, tanto che al momento la prognosi è riservata, anche se non dovrebbe essere in pericolo di vita.
Il fatto è avvenuto verso le 18, a lanciare l’allarme sono stati alcuni residenti di viale Cavallotti che hanno sentito le urla disperate del ferito e affacciandosi alle finestre hanno notato un giovane a terra in una pozza di sangue. Sul posto sono prontamente intervenuti gli agenti del Commissariato, le volanti della Questura di Ancona e i Carabinieri della locale Compagnia.
Solo dopo poche ore, gli agenti del Commissariato hanno rintracciato il presunto aggressore, un ragazzo brasiliano di 19 anni residente a Jesi. Lo hanno individuato in zona San Giuseppe e condotto in Commissariato per essere identificato e interrogato, nella notte è stato rinchiuso al carcere di Montacuto in stato di fermo di indiziato di delitto. Nei suoi confronti, l’accusa di tentato omicidio.
Sembra che l’accoltellamento sia giunto al culmine di un acceso diverbio iniziato poco prima, in zona San Francesco, e che vi abbiano preso parte anche altri connazionali dell’aggressore che nel frattempo si sono dileguati. Gli investigatori sono sulle loro tracce, sia per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione e le responsabilità di ciascuno. Da chiarire anche se il gruppetto fosse sotto l’effetto di alcol o stupefacenti, che avrebbe potuto amplificare le reazioni. Un episodio che ha suscitato choc in città.