JESI – Jesi dà l’addio a Sergio Trozzi, “Nicotina”. Un addio dolorosissimo, ad una figura tra le più popolari e conosciute della città. Sergio Trozzi si è spento questa mattina 30 ottobre all’età di 70 anni – compiuti lo scorso giugno – all’ospedale Carlo Urbani di Jesi, dove era ricoverato da poco meno di un paio di mesi, a seguito di un male. Un ricovero che gli aveva impedito quest’anno, come altrimenti mai gli sarebbe accaduto, di assistere sia allo stadio Carotti sia fuori alle partite della sua Jesina, l’amore sportivo di una vita alla cui maglia e ai cui colori Sergio nell’immaginario di tutti – come altre storiche e indimenticate figure quali quelle di Stefano Forconi e Celeste Pirani, solo per ricordarne alcune – era e resterà per sempre legato.
E c’era infatti la sciarpa della Jesina vicino a lui in ospedale, portata a fargli compagnia dagli ultras leoncelli che nei giorni scorsi gli avevano dedicato uno striscione di incoraggiamento e poi ancora adesso – oggi che i social si stanno mano a mano riempiendo di messaggi di cordoglio e nostalgia – da quando hanno appreso la notizia ne stanno omaggiando il ricordo.
Sergio Trozzi, dall’eloquente soprannome “Nicotina” ad evocare avventure e disavventure romantiche e picaresche specie dell’epoca ruggente della grande Jesina negli anni ’80 – proprio oggi che invece il sodalizio leoncello sta vivendo il punto più basso della sua storia sportiva – nella vita lavorativa era stato in particolare collaboratore scolastico al Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Jesi. E anche qui generazioni di studenti e studentesse ne ricordano con affetto la figura che col passare del tempo – sotto quel caratteristico baffo – si era fatta sempre più da arcigna, nel carattere fumantino della gioventù, ad ironica, con la battuta, il sorriso e il detto popolare pronti. Tanti altri poi Sergio Trozzi se lo ricordano in divisa da arbitro, a dirigere sul prato verde e poi su quelli da calcetto sfide, comprese le partitelle del giovedì della Jesina, di cui teneva il polso tanto con fermezza quanto con bonarietà.
Sergio Trozzi lascia i figli, ai quali ha trasmesso il gusto e la passione del pallone seguiti con amore viscerale dalla parte del tifoso, nipoti che amava in maniera piena e totale, la mamma e il fratello. “Nicotina” lascia una comunità, quella dell’amore per le domeniche allo stadio e per la Jesina, dell’estate vissuta solo come intermezzo tra una stagione calcistica e l’altra, degli aneddoti sui tempi belli («in C1 a Vicenza con Stè Forcò abbiamo sbagliato curva e siamo entrati a vedere la partita in quella loro, ci siamo voltati e abbiamo visto tutto quel biancorosso e abbiamo pensato: “ammazza oggi quanti semo!”») mentre magari ci si preparava alla più deprimente delle trasferte senza speranza in categorie e campi da pallone di retrovia.
«Riposa in pace grande Sergio, il Largo piange Jesi piange – scrive sulla sua pagina Fb la società Largo Europa “Luciano Bocchini” (ovvero “Lisbona”, a proposito di storiche figure di una città di passioni forti e veracità che perde pezzi) – ci mancherai… sarai sempre ricordato con immenso affetto. Porgiamo le condoglianze alla famiglia». «Ciao Sergio, ciao da tutti noi» posta Ugo Coltorti, da giocatore e non solo storia della Jesina, ex assessore allo sport, con una foto dove si riconoscono insieme a “Nicotina” i volti di tanti dei calciatori degli anni migliori delle vicende leoncelle.
«CIAO NICOTINA! Sergio è stato storia della tifoseria e della città» scrive l’attuale assessore allo sport Samuele Animali.
«Oggi piangiamo la scomparsa di Sergio Trozzi, alias “Nicotina”, tra i fondatori del tifo organizzato della Jesina Calcio e appassionato di tutto lo sport cittadino, pallanuoto compresa! Alla famiglia giungano le condoglianze di tutta la società! Ciao Nicotina» è il messaggio della Jesina Pallanuoto.