JESI – Circa 220 gli anziani non autosufficienti in lista di attesa per un posto in una delle 15 residenze protette operanti sul territorio dell’Ambito 9 e del Distretto di Jesi. A riferire il dato è il Gruppo Solidarietà, reduce dall’audizione con il Comitato dei Sindaci dell’Ambito sociale 9. «Aumentare attenzione e risposte per ridurre la distanza tra domanda e offerta» è la richiesta del Gruppo Solidarietà.
Il Gruppo ha rappresentato ai sindaci del territorio alcune problematiche riguardanti gli interventi rivolti a persone con disabilità e anziani non autosufficienti. I Comuni sono stati sollecitati ad intervenire sia riguardo loro specifiche competenze in tema di assistenza sociale sia riguardo il loro ruolo nella tutela della salute dei cittadini.
Al centro del confronto, fra le altre, l’erogazione in tutti i Comuni del servizio di assistenza domiciliare. «Oggi tale Servizio – spiega il Gruppo Solidarietà – viene erogato da circa il 65% dei Comuni dell’ATS a circa 80/90 persone, con una media di 3/4 ore a settimana e con fondi quasi esclusivamente nazionali e regionali. Appare impossibile, considerata la numerosità di anziani non autosufficienti che vivono a domicilio che non ci sia domanda. Va inoltre verificato se il livello di compartecipazione alla spesa diventa un ostacolo all’accesso. Situazione e dati che richiedono valutazione e verifica».
E poi, attenzione ad adeguatezza della risposta residenziale e trasparenza del sistema di accesso. «Nel territorio ci sono circa 220 anziani non autosufficienti in lista di attesa per un posto in una delle 15 residenze protette operanti. La metà di questi sono persone con demenza. In queste stesse strutture almeno 130 posti non sono convenzionati. Chi entra deve instaurare un rapporto di tipo privato e pagare per intero la retta comprese le prestazioni sanitarie. Circa 200 sono i posti convenzionati di Casa di Riposo; che è una struttura per autosufficienti dove sono ricoverati per oltre il 50% anziani non autosufficienti. Anche in questo caso gli assistiti devono pagarsi le prestazioni sanitarie che ricevono. Per le persone con demenza, stimate in circa 17.000 nel territorio, sono convenzionati in tutto 28 posti che sono formali ma nei fatti inesistenti. C’è obbligo di approntare una lista di attesa a livello distrettuale ma non risulta che sia effettivamente accessibile agli utenti».
Ai Comuni si chiede di sollecitare la regione Marche ad aumentare il numero dei posti convenzionati; realizzare effettivi nuclei dedicati alle persone con demenza; realizzare in collaborazione con il Distretto un Regolamento unico di accesso alle strutture residenziali rendendo trasparente le modalità di accesso con la presenza di una effettiva lista di attesa distrettuale. «Un sistema in cui gli utenti devono essere informati su percorsi e diritti».
«Per quanto riguarda gli interventi rivolti alle persone con disabilità è stato chiesto ai sindaci di intervenire nei confronti di Regione e Azienda sanitaria in merito alla inaccettabile carenza di personale delle Unità multidisciplinari che hanno funzioni di valutazione e presa in carico. Una carenza di personale che impedisce di svolgere le funzioni (obbligatorie) cui sono deputate».