JESI – «Il complesso San Nicolò è all’asta e l’amministrazione era al corrente già da fine 2020 che era gravato da un pignoramento immobiliare: perché ha deciso di procedere lo stesso con la realizzazione della Casa Famiglia dell’eredità Cesarini proprio lì?». A chiederlo, con una interpellanza, è la consigliera Agnese Santarelli (Jesi in Comune).
Già nella seduta del Consiglio dello scorso giugno Santarelli aveva provato a sollevare la questione, con una richiesta extra ordine del giorno formulata tramite la conferenza dei capigruppo. In quella sede il sindaco Massimo Bacci aveva preferito non affrontare il tema nelle sue comunicazioni.
Il 22 settembre l’asta per l’ex Giuseppine
L’ex convento Giuseppine di Piazza Pergolesi risulta infatti all’asta. Un’asta giudiziaria fissata per il prossimo 22 settembre: offerta minima 300 mila euro per un immobile che le perizie stimano del valore di 400 mila. Un fulmine a ciel sereno: il piano terra dell’ex Giuseppine è la sede individuata dal Comune – non senza polemiche e critiche da parte di opposizione e alcune associazioni – per realizzarvi la Casa famiglia per persone con disabilità legata all’eredità di Daniela Cesarini. E ancora quando a fine maggio l’amministrazione comunale aveva annunciato e presentato il “trasloco” dalle Giuseppine all’ex cartiera di via Roma del progetto di costruzione in autorecupero già spostato dal San Martino, non sembravano esserci cambi di programma in vista per quanto riguarda il Dopo di noi. Anzi, si era parlato addirittura di lavori già partiti sulla porzione di immobile interessata dalla futura acquisizione pubblica.
L’interpellanza di Agnese Santarelli sul complesso San Nicolò, ex Giuseppine, all’asta
Ricostruisce Santarelli: «Solo di recente siamo venuti a conoscenza del fatto che il complesso San Nicolò è andato all’asta. L’assessore Renzi, in risposta a una nostra precedente interrogazione sull’eredità Cesarini, aveva riferito che, in data 30 marzo scorso, era stato sottoscritto un accordo con le ditte proprietarie dell’immobile e che i lavori sarebbero partiti a breve. E lo stesso Renzi, in conferenza stampa sul nuovo progetto di autorecupero in via Roma, ha dichiarato che a San Nicolò erano “iniziati i lavori all’interno del piano terra dove abbiamo previsto il Dopo di Noi, mentre per gli alloggi nei piani superiori è prevista una semplice vendita”».
Evidenzia la consigliera: «Tramite un’istanza di accesso agli atti, ho avuto modo di visionare la convenzione urbanistica tra Comune di Jesi e ditte venditrici del 30 marzo 2021, nonché il contratto preliminare di compravendita stipulato il 30 dicembre 2020. Nel preliminare si legge che l’immobile è gravato da ipoteca giudiziale iscritta contro la Immobiliare Villa Antica srl, nonché da pignoramento immobiliare trascritto a carico della predetta Immobiliare Villa Antica srl in data 11 novembre 2019. L’amministrazione comunale era al corrente della situazione debitoria della immobiliare Villa Antica srl e dell’esistenza di un pignoramento immobiliare relativo al complesso San Nicolò almeno dalla fine del 2020. E non ha mai riferito, in tutte le occasioni in cui ci si è occupati e si è discusso dell’eredità Cesarini, dell’esistenza di tale pignoramento e, quindi, della naturale e successiva asta giudiziaria. Nella parete del complesso San Nicolò risulta affisso un solo cartello di cantiere ma in bianco, mai compilato o riempito con i dati necessari».
Santarelli chiede dunque di «conoscere i motivi per cui, nonostante le precedenti criticità sollevate e nonostante l’amministrazione comunale fosse a conoscenza dell’esistenza di un pignoramento immobiliare relativo al complesso San Nicolò, abbia deciso di procedere lo stesso con la realizzazione della Casa Famiglia dell’eredità Cesarini proprio in quell’immobile privato ora all’asta. E di conoscere i criteri in base ai quali l’assessore Renzi ha dichiarato che i lavori al piano terra dell’immobile, ora all’asta, sono già iniziati e quindi ad oggi i tempi previsti per la realizzazione della Casa Famiglia».
San Nicolò e il convento ex Giuseppine
«Il complesso sviluppantesi intorno alla Chiesa di San Nicolò, si compone di tre corpi di fabbrica che si sviluppano su più piani- si legge nella documentazione che accompagna l’annuncio dell’asta– è stato in passato sede dell’Istituto delle suore Giuseppine, quindi un convento. Da molti anni in disuso, mostra marcati segni di mancato utilizzo, con pessime condizioni di manutenzione». Del milione di euro circa dell’eredità Cesarini, il Comune aveva impegnato a fine 2020 la cifra di 138 mila e 500 euro per l’acquisto dalla proprietà della porzione di immobile (277 metri quadrati) interessata quale futura sede della Casa famiglia. Lo scorso febbraio la Giunta aveva approvato i progetti delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria che, per poco più di 80 mila euro, la proprietà proponente il Piano di recupero doveva realizzare. Queste comprendevano anche la sistemazione dei locali della ex sacrestia e della ex cappella che, nelle previsioni del Piano, devono a fine lavori essere cedute gratuitamente al Comune, consentendo il passaggio pubblico per la fruizione visiva delle absidi di San Nicolò. In ogni caso, «nessuna opera è stata intrapresa» si legge in una perizia dell’inizio dello scorso maggio.