JESI – “Un piccolo pensiero per le spese di casa giornaliere. Spendete bene ragazzi, voi siete bravi, siete dei grandi, anche attori. Proprio dei grandi eroi, grazie ragazzi. Pronti, partenza, via!”.
È il messaggio che Cristopher, Daniele e Simone hanno trovato, ieri mattina, 14 aprile, nell’appartamento di Viale del Lavoro dove andranno ad abitare per alcuni giorni al mese da soli.
Loro fanno parte del progetto di autonomia, in questo caso proprio abitativa, di persone con disabilità intellettiva.
E il messaggio portava la firma degli altri condomini del palazzo e del titolare della sottostante ferramenta. Persone che vivono e lavorano accanto a loro.
Il progetto nasce da un’iniziativa di Asp Ambito 9, responsabile area disabilità Cristiana Pesaresi, che ha introdotto il seminario di ieri, Umea Asur Area Vasta2, psicologhe Ingrid Iencinella e M.Carla Pierpaoli, assistenti sociali Elisabetta Balducci e Federica Appolloni, e Cooss Marche, coordinatrice Marzia Pennisi.
E sabato si è “ripartiti“, con il ritrovarsi nell’appartamento dove si è consumata la colazione insieme a tutti coloro che sono intervenuti, con successivo trasferimento alla sala ex seconda circoscrizione San Francesco per la presentazione del progetto e l’intervento dei protagonisti che hanno raccontato l’esperienza di autonomia che alcune persone disabili e le loro famiglie stanno vivendo.
Progetto che risponde a una duplice esigenza: creare un contesto in cui i ragazzi, una volta terminata la scuola, possano fare amicizia e avviare un percorso di separazione dalla famiglia, inoltre dare una risposta concreta alla preoccupazione del “dopo di noi” dei genitori che così hanno la possibilità di iniziare a costruirlo nel presente. Gli educatori “ci sono” ma si va oltre la pratica consolidata del lavorare “uno a uno” per percorrere insieme, in gruppo, strade significative inserite nel concetto di comunità.
La “rete” ora c’è e funziona. I nodi che la intessono sono sempre di più, rappresentati da quanti gravitano attorno al progetto – in modo anche informale – come i vicini di casa, la ferramenta, il pub, il pizzaiolo.
«Siamo persone che, dopo aver ricevuto, ora stanno dando alla comunità», ha sostenuto Marzia Pennisi.
«Si tratta di un processo in divenire – ha spiegato Ingrid Iencinella – che ci fa stare sempre attivi e in discussione. L’immagine di un futuro possibile su misura e con forte aggancio al contesto sociale, ora è realtà».
In un clima di grande partecipazione, gioia e affetto si è snodato questo raccontarsi “fuori casa”, preceduto dall’intervento del presidente Asp 9, Franco Pesaresi, il quale ha sottolineato come siano «esperienze che coinvolgono molto dal punto di vista emotivo, e questa è anche innovativa per il nostro territorio, un segno importante. Sono contento di vedere passione attorno a questo progetto», iniziato nell’ottobre 2013 con “È tempo di andare“, un gruppo di persone con disabilità intellettiva che si incontrava 2 volte a settimana in una situazione non individualizzata, vale a dire con un rapporto di uno a uno, educatore – utente, ma gruppale, 5 ragazzi e 2 educatori. Nel febbraio 2014, poi, nasce la “Casa dei week end” con persone che iniziano a sperimentare la vita da soli.
Attualmente i gruppi di educativa gruppale sono 3 con 14 partecipanti, Andrea, M. Rita, Ludovico, Silvia, Enrico, Noemi, Edoardo, Nicola, Costantino, Valentino, Valentina, Gessica, Rita, Chiara.
Il gruppo “Casa dei week end”, diventato “Autonomia abitativa“, è composto da Cristopher, Daniele e Simone che vivono per alcuni giorni al mese da soli con un supporto educativo molto basso.
L’appartamento utilizzato al momento si trova in Viale del Lavoro ed è stato preso in affitto dall’Asp.
A breve i 3 gruppi di Aeg si trasferiranno in un altro appartamento di proprietà Asp 9, frutto di una «generosa donazione», la “Casa di Emma“.
Gli educatori Cooss coinvolti nei progetti sono Chiara Mingo, Silvia Tobaldi, Ilaria Stronati, Alvaro Sandroni, Diego Garbuglia, Mariano Fagioli, Gianluca Breccia, Ruben Filonzi e Marco Scarponi.
La giornata si è conclusa con un doppio invito: apericena insieme con i ragazzi che vivono l’autonomia abitativa e l’inaugurazione della “Casa di Emma”.