JESI – «Mio marito si è sentito un fallito, non ce l’ha fatta più. E si è tolto la vita».
La cruda testimonianza di Laura Schiavo, padovana, candidata del centrodestra all’uninominale alla Camera per il collegio Ancona – Jesi – Fabriano. Una delle tante vittime dei crack bancari che hanno funestato gli ultimi anni con conseguenze, a parte quelle giudiziarie, che hanno trascinato nel baratro tanti risparmiatori, piccoli azionisti, clienti, famiglie, all’indomani della risoluzione del novembre 2015 che ha spazzato via tutto.
La scena, l’incontro politico organizzato da Fratelli d’Italia, ieri, 17 febbraio, al Palazzo dei Convegni, per la presentazione dei candidati alle prossime politiche del 4 marzo e per riportare all’attenzione le vicende in cui sono sprofondati istituti di credito tra i quali la fu Banca Marche.
«Un debito di appena 44 mila euro, avevamo aperto da poco una piccola attività. Ma la banca non ci ha dato nessuna possibilità per poter rientrare, anzi. Tutto è finito in mano a una società per il recupero crediti e per sei mesi, tutti i giorni e a tutte le ore ci chiamavano continuamente al telefono. Mio marito è crollato, e ha deciso di farla finita. Bisogna passarci per capire cosa significa. Ho tre figli, nessuno ci ha aiutato. E in Veneto in troppi si sono tolti la vita. Ora abbiamo bisogno di risposte».
Con lei Carlo Ciccioli, coordinatore regionale e capolista al Senato Fdi, e Maria Assunta Patregnani – di Corinaldo -, plurinominale Pesaro – Urbino – Fano – Senigallia. «Jesi – ha sottolineato Ciccioli – era molto importante per il sistema bancario delle Marche, una regione che ha perso tutto, non c’è più nulla, per una cattiva gestione dei vertici e della politica, di chi chiamato a vigilare non ha preso provvedimenti, si è limitato a osservare. E nella vicenda di Banca Marche proprio il sindaco Bacci è stata una delle poche voci istituzionali che si è battuta, che ha preso posizione».
Come ha ricordato il presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi – il Sindaco pur presente non è intervenuto – sottolineando anche «il grande lavoro svolto dalla commissione consiliare di studio, con una relazione finale di 125 pagine, nella quale le conclusioni tratte sono state quelle di una responsabilità diffusa, puntando il dito su carenze e omissioni da parte dei componenti del consiglio di amministrazione, del collegio sindacale, della società di revisione, di alcuni grandi soci azionisti come le Fondazioni».
Nel suo intervento Paolo Mariani, socio ed ex presidente dell’associazione azionisti Banca Marche, ha puntato il dito contro la politica «che ha grandi responsabilità. Non si è controllato perché non si è voluto farlo». Presenti anche Lorenzo Rabini, portavoce provinciale e Romano Zenobi, dirigente provinciale di Fdi.